Il neo tecnico del Lane, che ha portato alla serie B la Reggiana, ha le idee chiare
“Mi permetto di chiedere solo di essere giudicato per i fatti e non per il momento. Per arrivare all’obiettivo la strada è lunga e molte volte si passa anche attraverso schiaffi. Lo scorso anno abbiamo perso 5-0 a Fiorenzuola ma poi abbiamo vinto il campionato. E’ un campionato difficile e complicato, come avete visto, in ogni gara. Occorre avere fiducia nei professionisti che lavorano, con un atto di fede, poi verremo giudicati per i fatti. Ho grande ambizione e anche il mio staff ha grande ambizione. Vogliamo fare un percorso, per questo il contratto biennale. Chiedo solamente di avere fiducia nei nostri metodi di allenamento che sono un po’ diversi, ci vuole tempo e pazienza, per arrivare a un campionato di vertice che dia soddisfazione”. Aimo Diana, classe 1978, vanta oltre 300 presenze da calciatore in serie A con le maglie di Brescia, Hellas Verona, Parma, Reggina, Sampdoria, Palermo e Torino, oltre alle esperienze con Bellinzona, Lumezzane e Trento. Ha iniziato la carriera come allenatore, nel 2013, nel settore giovanile della Feralpisalò, arrivando a guidare la prima squadra nella stagione 2015/2016. Ha maturato poi esperienze alla guida di Melfi e Sicula Leonzio, fino ad approdare nel novembre 2018 al Renate, con cui ha conquistato due terzi posti consecutivi in classifica. Nel 2021 è diventato allenatore della Reggiana, chiudendo la stagione 2021/2022 al secondo posto e centrando la promozione in serie B grazie alla vittoria del girone B nella stagione appena conclusasi. Una sfida in una piazza delusa. “Anche a Reggio fu così due anni fa, ma abbiamo visto poi com’è finita. La sfida per me non è ambientale ma tecnica e sulle motivazioni e il raggiungimento di un obiettivo. Vorrei essere giudicato per i fatti, per quello che riuscirò a fare. Ci vuole grande pazienza e un atto di fede, avere grande fiducia delle persone con le quali si lavora. La fiducia nel mio gruppo di lavoro è forte e lo integrerò con le persone che ci sono già al Vicenza, con i direttori e con la mia proprietà. Non ho paura di questa situazione, immagino ci sia voglia di grande calcio, perché a Vicenza si respira per storia. Mi piacerebbe provare a riportare questa speranza, c’è una tifoseria straordinaria e voglio che siano orgogliosi dei ragazzi che vanno in campo, del proprio allenatore, dello staff tecnico e della società. Voglio ricreare un ambiente che sia di aiuto per tutti, questo dev’essere il primo obiettivo”. La rosa ha bisogno di tante integrazioni? “Ci stiamo parlando da un po’ col direttore e stiamo valutando la rosa. Conosco bene questa categoria, per fortuna o purtroppo, conosco gran parte se non tutti i giocatori della rosa. Stiamo valutando le possibilità, la squadra è composta da ottimi giocatori, però desideriamo capire se in questi giocatori c’è la voglia di migliorarsi, di fare, di cominciare. Ho tanta voglia di iniziare, perché voglio parlare con loro, stiamo facendo tante valutazioni sia su quelli in rosa, sia su chi ci potrebbe dare una mano, consapevoli dell’obiettivo di provare a migliorarsi”. Delusione di non essere rimasto in serie B? “Ho avuto un momento in cui mi sono dovuto fermare per capire cosa volessi effettivamente. Non c’è nulla di meglio di Vicenza per poter ripartire con una nuova sfida, senza guardare la categoria, perché per capacità, proprietà e strutture è un’anomalia che il Vicenza sia in serie C.
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter