Domani alle 20 allo stadio Leonardo Garilli, il Vicenza gioca contro la neopromossa in B lombarda.
Il neotecnico del Vicenza, lo scorso anno alla guida della Reggiana, incontrò la Feralpi nell’ultima uscita ufficiale. Ora, è il primo. “E’ una squadra che da tre anni gioca insieme e si vede chiaramente. Con la Reggiana li ho affrontati in Supercoppa, quello che hanno fatto in questi anni è da riconoscere all’allenatore, alla società e alla squadra. Conosciamo i giocatori e in questo momento i valori sono differenti.” La gastroenterite virale ha scombussolato un po’ tutto. “Purtroppo è successo, ne prendiamo atto, meglio adesso che più avanti. Piano piano ha preso tutto il gruppo, non facciamo i nomi di chi manca, ma speriamo finisca qui, visto che ormai ha fatto il giro di quasi tutti. Mi dispiace di non essere riuscito a dare continuità al lavoro e di non aver potuto disputare un’altra amichevole per fare minutaggio. Alcuni giocatori sono rientrati ma sono molto debilitati. Abbiamo perso un po’ il ritmo, stavamo andando bene, c’è stato questo imprevisto e ci dispiace un pochino, ma non importa. Andranno in campo undici giocatori con la testa giusta, magari con una condizione fisica non ottimale. La partita era comunque proibitiva, incontriamo una squadra a ridosso del campionato, in quanto loro partiranno due settimane prima di noi, inoltre è una squadra che lo scorso anno ha dimostrato di essere superiore a noi. Queste squadre sono anche da prendere come esempio per ciò che hanno costruito e portato a termine nel loro percorso. Io non cerco mai scuse, quindi chi giocherà cercherà di dare il massimo, voglio dare minutaggio, cercando di fare una buona prova, per vederli in gara. Non credo nel calcio d’agosto anche perché ci sono i campioni d’agosto, quelli d’inverno e quelli finali, di campioni di agosto ce ne sono tanti e io non voglio esserlo.” Mentalità trovata nella squadra? “Devo dire che ho trovato un’ottima cultura del lavoro, sono dei ragazzi abituati a lavorare, che lavorano veramente. Tuttavia occorre interpretare, non basta però solo lavorare, bisogna anche metterci la testa e capire dove si vuole arrivare. Sto cercando di puntare nella creazione dell’appartenenza, un focus uguale per tutti. L’obiettivo deve essere chiaro e chi rema dalla parte opposta e non è indirizzato dalla parte giusta, non farà parte della mia squadra.”
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