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Calcio. Serie B

Luca Maniero: un uomo da Citta con il granata nel cuore

Il portiere granata ripercorre le tappe principali della sua carriera

Luca Maniero: un uomo da Citta con il granata nel cuore

Luca Maniero @instagram Luca Maniero

Luca Maniero, portiere classe 95', racconta il suo percorso: da una giovinezza in padovano, alla voglia di diventare una bandiera del Cittadella. Nel mezzo il sogno dell'Inter, la Serie A conquistata a Crotone, ma anche le delusioni delle tre finali play-off perse tra Palermo e Citta.

Dalle pallonate in casa con il fratello con le sgrida della madre in sottofondo a giocare in stadi da 35.000 persone: non è uno scherzo, ma è la storia di Luca Maniero, portiere classe 95' del Cittadella. Alla corte del Tombolato, il portiere nato a Padova ha trovato la serenità e l’ambiente giusto per sentirsi a casa: "Cittadella è una famiglia. Qui c'è la possibilità di lavorare bene e crescere. Ogni anno creiamo uno spogliatoio dove ci si aiuta a vicenda, dove anche chi gioca meno è coinvolto. La qualità delle persone fa la differenza".

Il percorso del portiere, però, nasce dall'altra sponda, quella biancoscudata: "A 9 anni sono arrivato al Padova, dove ho fatto tutta la trafila delle giovanili. Qui ho passato dieci anni meravigliosi, è stato emozionante difendere la porta della squadra della mia città. Porto nel cuore il preparatore dei portieri Zancopè che mi ha visto crescere, è stato un po’ come un padre", racconta.

Maniero si distingue come promessa della porta e arriva così la chiamata dell'Inter. La sua vita all'improvviso cambia e in due giorni decide di fare le valigie in direzione Milano: "Fu un fulmine a ciel sereno, in modo positivo ovviamente; mi sono trovato a vivere un'esperienza che mi sembrava irreale. Ero partito titolare in Primavera, poi sono salito in prima squadra per l'infortunio di Carrizo: così ho iniziato ad allenarmi con i grandi. Ho conosciuto grandi campioni. Non scorderò mai i tiri di Guarin, erano potentissimi. Samuel era un animale, Javier Zanetti purtroppo quell'anno si infortunò gravemente. Ho vissuto Icardi al suo primo anno: era già chiaro sarebbe diventato un grande attaccante. Ho imparato tanto da loro, soprattutto a livello umano, ed è una cosa che mi porto dentro". Dopo un anno, però, scade il prestito in nerazzurro e Maniero fa ritorno a Padova.

Il portiere è pronto per fare il numero uno, ma arriva la notizia del fallimento della società: "É stato un duro colpo. Sono andato dunque a Pordenone a giocarmi la Serie C. Quell’anno è stato il mio primo vero anno da professionista", racconta, ricordando le difficoltà, ma anche le lezioni imparate. "Ho iniziato a gestire meglio le emozioni, soprattutto in campo. La testa è l'80% del lavoro per un portiere. Inizialmente facevo fatica in questo, sentivo troppo la partita".

Dal Friuli al Crotone in Serie B, dove Maniero entra in un gruppo che raggiungerà una clamorosa promozione in Serie A: "Siamo partiti con l’obiettivo salvezza, ma poi mister Juric a gennaio ci ha detto che dovevamo provarci. Sembrava impossibile, ma alla fine siamo riusciti a vincere. La festa è durata due settimane, tra le piazze di tutta la provincia. È stato un periodo incredibile".

Anche a Palermo Maniero ha vissuto emozioni uniche, ma il sogno di arrivare in Serie A con i rosanero è sfumato sul più bello, lasciando una punta di amarezza in quella che è stata un'esperienza in una grande piazza: "Avevamo una squadra fortissima, potevamo fare di più. Siamo caduti nella finale play-off contro il Frosinone". 

E così il portiere padovano sposa la causa del Cittadella, dove la parola "famiglia" non è un semplice slogan, ma un valore condiviso quotidianamente. In granata Maniero trova stabilità e felicità. L'esordio in Serie B arriva con l'Ascoli:"É uno dei ricordi più belli. L'ho gestito bene, senza ansia ed è stato un passo importante per me. Le due finali play-off perse? Due delusioni, ma rimane lo straordinario percorso che abbiamo fatto in entrambe le cavalcate".

Maniero nel suo futuro vede granata: "Voglio rimanere qui ancora per tanto tempo. Mi trovo benissimo. In futuro mi piacerebbe allenare i giovani, trasmettere loro la mia esperienza".

E se si parla di idoli, il portiere non ha dubbi: "Buffon e Casillas erano i migliori. In carriera ho condiviso lo spogliatoio con giocatori importanti: cito Perin e Silvestri. Perin a Padova era fuori dal comune, a 18 anni sembrava un veterano. Era chiaro fosse un predestinato. Silvestri è stato un compagno straordinario, con cui ho creato un rapporto anche fuori dal campo. Sono contento per la buona carriera che ha avuto".

Una carriera segnata da tante esperienze importanti: da una giovinezza in padovano, alla voglia di diventare una bandiera del Cittadella. Nel mezzo il sogno dell'Inter, la Serie A conquistata a Crotone, ma anche le delusioni delle tre finali play-off perse tra Palermo e Cittadella: Maniero oggi è un uomo felice in granata e vuole continuare a scrivere il suo destino al Tombolato.

Stefano Parpajola

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