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Calcio. Serie B
16.05.2025 - 05:00
La delusione del Cittadella dopo la retrocessione
Finisce malissimo la stagione del Cittadella con l'ultima sconfitta contro la Salernitana che condanna i granata al ritorno in Serie C dopo 9 anni. Ecco le cause del fallimento dei ragazzi di Dal Canto.
Cittadella: da profondo granata a profondo rosso. É arrivato il baratro della Serie C. Il campo si è pronunciato e ha detto di una squadra non all'altezza del campionato. L'ultimo atto, con la sconfitta contro la Salernitana in un Tombolato gremito, è lo specchio della stagione. É mancato tutto in quella triste serata primaverile. La squadra non è mai riuscita ad entrare in gara, con un gol per tempo che ha spento ogni entusiasmo sugli spalti. Bello, però, il finale. Si avvicina il novantesimo, si avvicina la condanna definitiva e in quel momento cresce l'amore della gente granata che inizia ad avvicinarsi a bordo campo per stare vicina ai propri giocatori. Una retrocessione tra gli applausi e i cori dei giovani ultras. Rimangono le lacrime di Vita, capitano e leader della piazza. Rimane quindi una sconfitta sul campo, ma non sul piano della sportività e del fair play. Questa è la lezione che lascia il popolo granata. Sarà Serie C a Cittadella, ma si ricomincerà con gli stessi ideali e valori come da queste parti si è sempre fatto.
Ma cosa è andato storto durante l'annata? I presagi erano funesti sin dalle prime battute: per la prima volta in carriera il dg Stefano Marchetti ha esonerato un allenatore a stagione in corso. Edoardo Gorini, infatti, è stato sollevato dall'incarico dopo la roboante sconfitta per 6-1 contro il Sassuolo. Si è dunque ripartiti da Alessandro Dal Canto. La situazione, in ogni caso, sembrava essere sotto controllo, con il "Citta" che strizzava l'occhio ai play-off. Piano piano, però, qualcosa si è rotto e i limiti tecnici della squadra sono emersi.
Si è a lungo combattuto con l'enorme problema dell'aridità offensiva: pochi gol e poco gioco prodotto. Nel mercato di gennaio si è corso ai ripari con gli innesti di Davide Diaw e di Orji Okwonkwo su tutti. Il primo non è praticamente mai sceso in campo per un calvario legato a problemi fisici. Il secondo ha provato a dare il suo contributo, con tre reti all'attivo. Non è bastato.
Un altra grande difficoltà, che accompagna i granata da ormai due anni, è stata quella del tabù Tombolato. I padovani hanno vinto tra il 2024 e il 2025 appena tre partite tra le mura amiche, cedendo rovinosamente in tutti gli scontri diretti per la salvezza. Spicca tra tutti l'inspiegabile sconfitta per 5-1 contro il Sudtirol con 5 reti incassate in 18 minuti nella ripresa.
La terza causa del tracollo degli uomini di Dal Canto è stata poi la tenuta mentale. Oltre agli evidenti limiti tecnici, è subentrata una crisi psicologica. Paura e poca confidenza nei propri mezzi, è mancata la mente libera che ha sempre contraddistinto l'ambiente Cittadella negli anni passati.
Si ripartirà dalla Serie C. Il dg Marchetti è già al lavoro per il futuro. I granata ripartiranno dalle idee della mente che ha portato questa realtà a diventare una certezza del calcio dei grandi. E soprattutto ricominceranno dagli applausi della propria gente proprio nel giorno più difficile, quello della retrocessione contro la Salernitana.
Stefano Parpajola
Luca Maniero: un uomo da Citta con il granata nel cuore
Luca Maniero, portiere classe 95', racconta il suo percorso: da una giovinezza in padovano, alla voglia di diventare una bandiera del Cittadella. Nel mezzo il sogno dell'Inter, la Serie A conquistata a Crotone, ma anche le delusioni delle tre finali play-off perse tra Palermo e Citta.
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