Clodiense, clima rovente tra Presidente e giocatori

Duro attacco del patron Boscolo Bielo alla squadra, i calciatori rispondono con l’AIC

Stefano Gabbiano

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30.05.2025 - 11:17

Il Presidente Boscolo Bielo: “La Serie C è stato il sogno di Chioggia. Ora ripartiamo, ma non da soli”

Ivano Boscolo Bielo, il Presidente della Clodiense

Doveva essere la conferenza stampa della ripartenza, con la presentazione del nuovo direttore sportivo Sandro Federico e il rilancio della Clodiense dopo la retrocessione in Serie D. Invece, l’incontro con la stampa si è trasformato in un vero e proprio terremoto societario: al centro della bufera, le dichiarazioni al vetriolo del presidente Ivano Boscolo Bielo contro l’intera rosa della prima squadra. Un affondo durissimo, che ha messo in discussione non solo l’impegno, ma la dignità professionale dei giocatori. Non si è fatta attendere la replica della squadra, affidata a una nota ufficiale diramata tramite l’Associazione Italiana Calciatori. Anzi, secondo la loro versione, sarebbe stata la società ad aver interrotto l’attività nella seconda metà di aprile, chiedendo la restituzione degli alloggi per contenere i costi e comunicando lo stop agli allenamenti. Solo dopo l’ultima gara, la società avrebbe cambiato i piani, chiedendo una ripresa improvvisa dell’attività. La squadra aggiunge che, alla ripresa degli allenamenti lo scorso 26 maggio, solo quattro calciatori sono stati convocati, e che al campo mancavano preparatore atletico, medico sociale e strutture adeguate. Non sarebbero stati neppure forniti gli alloggi promessi, rendendo impossibile proseguire in condizioni professionali.

Doveva essere la conferenza stampa della ripartenza, con la presentazione del nuovo direttore sportivo Sandro Federico e il rilancio della Clodiense dopo la retrocessione in Serie D. Invece, l’incontro con la stampa si è trasformato in un vero e proprio terremoto societario: al centro della bufera, le dichiarazioni al vetriolo del presidente Ivano Boscolo Bielo contro l’intera rosa della prima squadra.

Un affondo durissimo, che ha messo in discussione non solo l’impegno, ma la dignità professionale dei giocatori.

Non si è fatta attendere la replica della squadra, affidata a una nota ufficiale diramata tramite l’Associazione Italiana Calciatori.
Anzi, secondo la loro versione, sarebbe stata la società ad aver interrotto l’attività nella seconda metà di aprile, chiedendo la restituzione degli alloggi per contenere i costi e comunicando lo stop agli allenamenti. Solo dopo l’ultima gara, la società avrebbe cambiato i piani, chiedendo una ripresa improvvisa dell’attività.

La squadra aggiunge che, alla ripresa degli allenamenti lo scorso 26 maggio, solo quattro calciatori sono stati convocati, e che al campo mancavano preparatore atletico, medico sociale e strutture adeguate. Non sarebbero stati neppure forniti gli alloggi promessi, rendendo impossibile proseguire in condizioni professionali.