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Gaibledon, il grande silenzio del tennis: impianti chiusi e futuro incerto

L’evento internazionale di Gaiba sparisce dal calendario

Tennis in fermento ad Altivole: semifinali del 3° categoria femminile questo weekend

Foto di repertorio

Fino a pochi mesi fa era uno dei simboli più sorprendenti del tennis italiano, una piccola Wimbledon sulle rive del Po. Oggi, Gaibledon sembra svanito nel nulla, in un silenzio che fa ancora più rumore del trambusto degli anni scorsi, quando campionesse di calibro mondiale – Sara Errani in primis – calpestavano l’erba naturale del Tennis Club Gaiba.

In questi giorni, nessun cartellone, nessuna rete tesa, nessun colpo di racchetta rompe la quiete dei campi di via Aldo Moro. Chi si è avvicinato al centro sportivo con la speranza di rivivere le emozioni del torneo internazionale, si è trovato davanti impianti chiusi e segnali evidenti di smobilitazione. Il vuoto digitale conferma lo stallo: l’ultimo post sui social del torneo risale al 25 dicembre 2024, con gli auguri di Natale. Poi, solo silenzio.

Il sindaco di Gaiba, Nicola Zanca, promette aggiornamenti imminenti: «Entro la settimana – ha dichiarato – ci sarà una delibera del consiglio comunale che farà chiarezza». Per ora, però, la situazione appare tutt’altro che rassicurante. I campi in erba naturale – un unicum in Italia – sono fermi, inutilizzati, e il rischio di abbandono appare concreto.

Secondo indiscrezioni, l’associazione organizzatrice potrebbe essersi sciolta, complici difficoltà di gestione economica. Una notizia non ancora confermata ufficialmente, ma che aggiunge un ulteriore velo di preoccupazione sul destino del progetto.

Il Comune, proprietario degli impianti, potrebbe farsi carico del ripristino e della manutenzione della struttura, ma il sogno internazionale sembra allontanarsi. Dopo due edizioni che avevano attirato l’attenzione della stampa e del pubblico, Gaibledon si ritrova senza tornei, senza pubblico e senza prospettive concrete.

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