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Calcio. Serie C
26.10.2025 - 13:08
 
												Nicola Rauti, attaccante del Vicenza @foto FacebookVicenza
Boom Boom Rauti. Hanno sentito spesso questo ritornello i tifosi del Vicenza in quello che è stato un avvio di stagione da sogno. Nicola Rauti, attaccante classe 2000, ha vestito i panni di grande protagonista dello scintillante inizio del Lane. Il segreto? La fiducia e la stabilità trovata in una piazza che si sta ora innamorando di lui.

Il giocatore parla con grande maturità. Il suo percorso è ricco di piazze ed esperienze che lo hanno portato ad essere il l'uomo che è oggi: “Sono cresciuto nelle giovanili dell’Inter, sono stati quattro anni bellissimi. Ho girato il mondo, ma poi mi hanno scartato: forse ero basso per la mia età. Il Novara mi ha dato la possibilità di ripartire e poi il Torino ha creduto in me. Sono andato via di casa a 14 anni: è stata dura, ma mi ha fatto crescere. Quell’esperienza mi ha aiutato tantissimo".
Nel vivaio granata Rauti ha respirato il grande calcio. “Il DNA Toro è qualcosa che ti entra dentro, anche inconsciamente. Ti fanno crescere in fretta, ti insegnano cosa vuol dire lottare. Ricordo ancora i derby contro la Juventus: erano unici. Ho avuto anche la possibilità di giocare al Filadelfia. In alcune gare c’erano più di tremila persone. Sentivi la storia cucita addosso".
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Dopo la crescita con il granata inizia l’avventura tra i professionisti: “Sono andato al Monza, in Serie C. Un’esperienza che mi rimane dentro: abbiamo riportato la squadra in Serie B dopo 19 anni. Peccato per il Covid, ma lì ho visto da vicino il calcio dei grandi, con giocatori esperti che mi hanno insegnato tanto".
Poi il Palermo, il Pescara, la Spal, il Südtirol. Tappe diverse, con emozioni e lezioni differenti. “A Palermo ero troppo giovane per capire davvero quanto fosse grande quella piazza, ma anche durante la pandemia ho percepito la passione della gente. Ho il rimpianto di non essere rimasto un altro anno. A Pescara invece è stato bellissimo: l’ambiente era fantastico, mister Auteri mi ha fatto crescere, facendomi giocare esterno nel 4-3-3. Alla Spal invece le cose non sono andate bene, nonostante le 5 reti segnate: abbiamo cambiato tre allenatori, ma anche quelle situazioni ti formano. Lavorare prima con Venturato e poi con De Rossi e Oddo è stato un privilegio".


L’anno scorso la chiamata del Vicenza ha segnato una svolta per il nativo di Legnano. “Il direttore Matteassi mi voleva fortemente, mi contattava ogni giorno per convincermi. Quando sono arrivato mister Vecchi mi ha spiegato cosa si aspettava da me e ho capito che qui potevo avere fiducia. Ho trovato un gruppo bello, unito e la piazza mi ha subito colpito. È davvero un’isola felice".

La scorsa stagione, che ha visto il Lane soccombere nel duello per la Serie B contro i rivali del Padova, ammette Rauti, è stata difficile da digerire: “Temevamo che i tifosi potessero avere meno fiducia in noi dopo quella delusione, invece è successo il contrario. Hanno creato ancora più entusiasmo, ci sono stati vicini. Il Menti ti trascina: quando giochi lì capisci perché questa piazza è speciale".
Oggi il Vicenza punta alla promozione in una Serie B che manca in città dal 2021-2022. “Non ci nascondiamo. Vogliamo vincere. Mister Gallo è stato molto bravo a portare le sue idee e a trasmetterci subito la sua mentalità. Io voglio crescere qui, consolidarmi e iniziare quella che spero sia la seconda fase della mia carriera. Il sogno resta quello di ogni bambino: la Serie A, la Nazionale. E ci proverò fino alla fine".

Rauti infine si lascia andare e prova a spiegare cosa significhi per lui il mondo del pallone: “Il calcio per me è felicità pura. È competizione, voglia di migliorarsi, è l’assenza di monotonia. Ogni giorno è diverso, ogni partita è un’occasione per diventare un po’ più forte".

Boom Boom Rauti: Vicenza continua a sognare e insieme al suo attaccante non vuole saperne di svegliarsi.
Stefano Parpajola

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