Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Sport

Marco Ugherani conquista un nuovo traguardo: completato l'Ironman di Langkawi in Malaysia

Il triatleta trevigiano si conferma campione delle lunghe distanze

Marco Ugherani conquista un nuovo traguardo: completato l'Ironman di Langkawi in Malaysia

Marco Ugherani

Un'altra impresa straordinaria per Marco Ugherani, triatleta e imprenditore 55enne di Riese Pio X. Dopo aver affrontato con successo la Marathon des Sables in Marocco nel 2024, Ugherani ha conquistato un nuovo record, completando con determinazione l’Ironman di Langkawi, in Malaysia, in un tempo impressionante di 13 ore, 14 minuti e 54 secondi. Una gara che lui stesso definisce «devastante» per la difficoltà del percorso e le condizioni climatiche estreme.

Ex elicotterista militare, appassionato di mountain bike e membro del Triathlon Uno Team Cittadella, Ugherani si è allenato con costanza al Centro Fitness Sport Target di Cittadella per affrontare questo nuovo challenge. Specialista nelle corse su lunga distanza, l’atleta trevigiano ha già partecipato a circa 25 gare di Ironman in carriera, ed è stato l'unico italiano a competere nella sua categoria (M55-59) in questa edizione dell’Ironman di Langkawi.

Un percorso tra sudore, fatica e umidità tropicale

La gara, uno degli eventi più prestigiosi del circuito internazionale, ha messo Ugherani di fronte a una serie di sfide particolarmente complesse. Il circuito di Langkawi prevedeva 3,8 km di nuoto, 180 km in bicicletta, e una maratona finale di 42 km, che si snodava lungo la pista di un aeroporto sotto il sole cocente. Ad aggiungere difficoltà, l’umidità tropicale che superava il 95% e le temperature di 36 gradi.

«È stata senza dubbio la gara più dura che abbia mai affrontato», ha commentato Ugherani, «Il caldo e l’umidità hanno reso ogni singola parte della competizione estremamente impegnativa, sia dal punto di vista fisico che mentale. Ricordo che durante la maratona, ad esempio, la sensazione era di essere costantemente sotto pressione, con l'asfalto viscido e la fatica che non accennava a diminuire».

La preparazione fisica per l'Ironman è iniziata già a maggio di quest’anno, con un programma intensivo che ha visto il triatleta allenarsi duramente sotto la guida del suo coach, Vittorio “Vic” Garaventa, e con il supporto del team di esperti del Centro Fitness Sport Target, coordinato da Niki Mardegan.

La sfida contro il corpo e la mente

Ugherani ha dovuto fronteggiare numerosi ostacoli durante la gara. La prova di nuoto, fortunatamente, è andata bene e la sua spalla, infortunata venti anni fa, ha retto senza problemi. Ma la vera battaglia è iniziata sulla bicicletta. «I primi 100 km sono stati terribili – racconta Marco –, avevo la nausea, non riuscivo a mantenere il ritmo e ho dovuto fermarmi più volte. Non solo: la stanchezza e il jet lag mi hanno messo a dura prova, e ho sofferto anche per l’acido lattico che mi limitava nei movimenti».

Il momento più critico, tuttavia, è arrivato durante la maratona. «La corsa è stata la parte più impegnativa», ammette il triatleta. «Nel percorso di 10 km c'era anche un tratto di sabbia, che ricorda un po' quello che si affronta nel deserto. Per fortuna avevo già esperienza in condizioni difficili, ma i crampi erano continui e l'umidità non dava tregua. La strategia è stata fondamentale: dovevo mantenere un ritmo costante e non farmi sopraffare dalla fatica».

Un’impresa da raccontare

Nonostante le difficoltà, Marco ha superato l’ultimo tratto con determinazione, tagliando il traguardo a 13 ore, 14 minuti e 54 secondi, portando a termine una delle gare più dure della sua carriera. «Alla fine ce l’ho fatta, grazie anche al supporto di tutti coloro che mi sono stati vicini. È stata un'altra bella avventura, una sfida che ha richiesto tutta la mia forza mentale e fisica».

Con questa impresa, Marco Ugherani ha confermato ancora una volta il suo status di maestro del triathlon su lunga distanza, dimostrando che, con dedizione e una preparazione accurata, è possibile superare anche le sfide più difficili. «Ogni gara è un’esperienza unica, e questa in particolare mi ha insegnato tanto – conclude l’atleta trevigiano –, sia sotto il profilo sportivo che umano. È stata un’avventura che non dimenticherò mai».

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione