Scopri tutti gli eventi
Calcio. Serie C
30.11.2025 - 08:08
Alessio Vita
13 maggio 2025. È il giorno del baratro al Tombolato. Il Cittadella retrocede in Serie C dopo la sconfitta interna contro la Salernitana. Chi c'era quella sera non può dimenticare le lacrime del cuore granata, il capitano Alessio Vita. Ma dalle cadute ci si rialza, e soprattutto, si rimane sulla barca anche durante e dopo la tempesta. Il classe 1993, da buon condottiero, è ripartito per guidare i suoi verso la risalita: "Voglio riportare questa società dove merita". Una chiara e forte dichiarazione d'intenti.

La storia di Alessio Vita parte da una passione smisurata per la palla: "Era tutto per me. Mia mamma mi raccontava che mangiavo con il pallone tra i piedi. Non mi staccavo mai. Diventare un calciatore era il mio sogno, ma non pensavo potesse diventare realtà".
A sedici anni prende lo zaino in spalla e lascia Roma, la famiglia, le certezze. Destinazione settore giovanile del Torino. I genitori sono spaventati, lui anche, ma davanti c'è un grande obiettivo da inseguire. “L’inizio non fu semplice, ma quei tre anni mi hanno formato: ho vissuto con ragazzi provenienti da tutta Italia creando legami forti e prendendomi le prime responsabilità”. Poi il passaggio in Primavera e l’incontro con mister Asta, che lo porterà con sé a Monza.
-1764005850248.jpeg)
La Serie C, gli spogliatoi veri, il salto nel calcio dei grandi. “All’inizio ho fatto fatica, il divario dalle giovanili alla prima squadra è enorme. Ma pian piano ho capito come stare in campo, come comportarmi. Ed è andata bene”.
Il Sassuolo lo acquista, ma per lui comincia una vita da girovago del pallone: prestiti, nuove città e sfide. La prima tappa è Vicenza, ed è lì che Vita vive sensazioni difficili da dimenticare: “Una piazza molto calda. Due anni e mezzo splendidi, sfiorammo la Serie A. Poi arrivò la retrocessione, ma porto dentro solo ricordi belli”.
-1764005863026.jpeg)
Segue Cesena: un anno intenso, stadio caldo, tifosi travolgenti. “Ci siamo salvati, è stato un bel percorso. Peccato sia finito tutto con il fallimento societario”. Poi la FeralpiSalò, e infine la scelta che gli cambierà la carriera: Cittadella.
-1764005884302.jpeg)
Sette anni dopo, per Vita i granata sono casa. “Dal primo giorno ho sentito qualcosa di speciale. Mi hanno dato tanta fiducia. Qui ho raggiunto l’apice del mio percorso, con la finale playoff per la Serie A. Eravamo a un passo da un qualcosa di impensabile”.
La semifinale con il Monza è un'impresa: la vittoria 3-0 all’andata, la sofferenza del ritorno, con il 2-0 da difendere con le unghie e con i denti. Superata la corazzata, solo il Venezia separa i granata dalla massima serie. Quella finale è un’altalena emotiva. “L'attesa della partita di ritorno mi ha logorato. Perdere è stata una mazzata enorme, difficile da digerire ancora oggi”.

L'altra grande delusione della carriera del centrocampista è proprio quella dell'anno passato, con la retrocessione granata in Serie C dopo una lunga permanenza in Serie B: “Il momento più brutto. Perdere una categoria così importante in un posto che senti tuo fa male. Ho sentito di aver deluso tutti”.
Ripartire è stato complicato: “All'inizio eravamo abituati alla B, forse ci siamo sentiti un po’ più forti degli altri. Ma in C se non lotti non vinci. Nelle prime fasi abbiamo fatto fatica a mettere in pratica le idee di mister Iori, ma poi abbiamo sistemato tutto e ci siamo rilanciati”.

Il Vicenza davanti corre tantissimo, ma i granata inseguono: “Sono tanti punti di distanza, noi non possiamo sbagliare, ma nel calcio mai dire mai. Dobbiamo pensare solo a vincere partita dopo partita”.
Il capitano del Cittadella è un leader dentro e fuori dal campo: “Non mi piace parlare e urlare troppo. Preferisco dare l’esempio. Essere d’aiuto, lavorare, stare sul pezzo”.

Infine un tuffo tra passato e futuro: "I gol a cui tengo di più? Il primo, poi quello che ho segnato dopo la morte di mio padre e quello contro il Sassuolo, il più bello. E guardando avanti, qual è il sogno nel cassetto?: “Giocare almeno una partita in Serie A. È il mio unico rimpianto finora”.
Nel suo destino c'è il Cittadella e dentro il cuore del ragazzo romano ci sono pensieri di matrimonio: “Perché no? Sono qui da sette anni, oggi non mi vedo con un’altra maglia. Ma nel calcio mai dire mai. Di certo voglio riportare questa società dove merita”.

Una promessa, più che una dichiarazione. E Alessio Vita, nel suo calcio fatto di sudore, umiltà e cuore, la parola data la mantiene sempre.
Stefano Parpajola
Edizione
I più letti
GIVE EMOTIONS SRL | C.F. e P.IVA 04385760287 REA PD-385156 | Reg. Tribunale di Padova n. 2516