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04.11.2025 - 04:49
									La transizione green entra nelle aziende artigiane. Da un’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Vicenza emerge che nel 2024 quasi 3 imprese vicentine su 10, pari al 28,2%, hanno investito in prodotti e tecnologie a maggior risparmio energetico e/o minor impatto ambientale, quota in crescita di 2,3 punti percentuali rispetto al 2023.
Nel settore manifatturiero, spesso inserito in filiere di valore, la quota sale al 33,2%, ovvero 5 punti percentuali in più rispetto al totale economia. Inoltre, le imprese manifatturiere mostrano anche un maggiore dinamismo: nel 2023 la quota di imprese del settore che aveva fatto investimenti in ambito green era pari al 27,6%, aumentando quindi di 5,6 punti percentuali nel 2024. Dal confronto con il dato regionale e nazionale emerge inoltre che la provincia berica mostra quote più elevate per tutte le azioni di sostenibilità ambientale rispetto alla media veneta e italiana, con l’unica eccezione per l’utilizzo di materie prime secondarie dove Vicenza rileva una quota di 1,3 punti percentuali inferiori rispetto al dato del Veneto (27,3%).
“Confartigianato Imprese Vicenza ha dato vita al suo interno ad un hub che riunisce tutte le professionalità in grado di accompagnare le aziende in questo cammino, senza dimenticare la comunità energetica A-Certa e la collaborazione con Banca delle Terre Venete Credito Cooperativo, parte del Gruppo BCC ICCREA per offrire agli associati opportunità di assistenza e la possibilità di accedere a finanziamenti articolati in modo da tenere in considerazione le esigenze delle piccole imprese”, ricorda il Presidente del Raggruppamento Confartigianato Bassano del Grappa, Sandro Venzo.
In poco più di un anno A-Certa conta più di 500 i soci aderenti tra produttori e consumatori di energia, 300 impianti fotovoltaici la maggior parte dei quali riceveranno il contributo a fondo perduto del 40% del PNRR in scadenza il 30 novembre, a conferma della bontà dell’iniziativa. 300 impianti equivalgono a 35 megawattora e quindi un investimento di circa 35 milioni di euro. Circa una decina di milioni di euro che arriveranno nel territorio dal contributo previsto e questo ci conferma la bontà dell’iniziativa . Numeri che parlano dell’interesse verso la sostenibilità, tra l’altro sempre più elemento essenziale per restare nelle filiere di valore e per la valutazione da parte degli istituti di credito delle richieste di finanziamenti, e che si traducono anche in ricerca di nuove competenze da inserire in azienda.
Per quanto riguarda la formazione, infatti, nel 2024, 3 imprese vicentine su 10, pari al 29,5%, hanno effettuato attività di formazione in ambito di transizione green e sostenibilità ambientale. La propensione alla formazione delle imprese vicentine è superiore, di 2,2 punti percentuali, alla media veneta (27,3%), ma inferiore, di 1,1 punti, alla media italiana, che è pari a 30,6%. Tuttavia, in un anno la quota di imprese che fanno formazione in ambito green è salita a Vicenza di ben 3,4 punti, dal 26,1% del 2023, mentre a livello regionale e nazionale ci sono state variazioni minime, rispettivamente +0,3 punti percentuali e -0,1 punto.
“Le attività svolte dalle imprese nei processi di transizione green hanno la necessità di conciliarsi con adeguati livelli di performance economica delle imprese. Accanto, quindi, ad un adeguato livello di investimenti, c’è bisogno di competenze specifiche da inserire in azienda per ottimizzare al meglio processi e investimenti”, prosegue Venzo.
Risorse umane quindi che anche in questo settore scarseggiano. Nel 2024 le imprese vicentine hanno programmato 32.360 entrate di green jobs pari al 41% delle entrate totali, la quota più elevata tra le province venete, a fronte di una media regionale del 35,2% e nazionale del 34,3%. Tuttavia, presentano una difficoltà di reperimento di tali figure del 60,3%, quota di 6,4 punti percentuali superiore alla difficoltà del totale entrate programmate.
“La transizione ambientale non riguarda solo le attività specifiche dei green jobs, ma coinvolge in maniera consistente anche altre mansioni alle quali si chiedono comunque competenze specifiche in ambito green”, aggiunge Venzo. Delle 78.970 entrate previste dalle imprese vicentine, infatti, per 47.010 si ritiene necessaria per la professione la competenza per la gestione di prodotti o tecnologie green, pari al 59,5% delle entrate previste, quota sostanzialmente in linea con la media regionale (59,2%) e nazionale (60,0%).
Tuttavia, di queste 47.010 entrate con competenze green oltre la metà (54,5%) risulta di difficile reperimento, valore di appena 0,6 punti percentuali più alto della difficoltà di reperimento generale, ma di ben 5,0 punti superiore al dato nazionale.
Le competenze green richieste dalle imprese non riguardano solo profili tecnici o con elevata specializzazione, ma anche gli operai specializzati e conduttori di impianti o macchinari, figure essenziali per il comparto manifatturiero e delle micro e piccole imprese.
Sara Busato
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