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La scommessa delle parrocchie di Albignasego: abbattere i costi e destinare i bonus al sociale

Scelto l’ingresso nella comunità Padovana “Guizzodienergia”

La scommessa delle parrocchie di Albignasego: abbattere i costi e destinare i bonus al sociale

“E’ una comunità che cresce dal basso per ridurre l’impatto ambientale e contribuire ad una rete virtuosa di solidarietà energetica e ad un nuovo modello di condivisione”

Mentre molte iniziative sono ancora in fase embrionale c’è chi ha fatto notevoli passi avanti. È il caso delle sei parrocchie di Albignasego - San Lorenzo, San Giacomo Apostolo (Mandriola), Santo Stefano (Carpanedo) San Tommaso, Santa Maria Annunziata (Ferri), Sant’Agostino - che hanno scelto di far parte della Comunità Energetica Rinnovabile (CER) “Guizzodienergia”, la CER padovana ora attiva anche ad Albignasego e Maserà. L’ingresso segna un nuovo passo verso un modello di condivisione energetica diffuso, che mette insieme cittadini, enti religiosi e realtà sociali del territorio.

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Superati i numerosi ostacoli ormai è tutto pronto, manca solamente l’ultimo ok da parte del GSE. I benefici dagli incentivi saranno destinati a finalità sociali, a partire dall’aiuto alle famiglie in situazione di povertà energetica

“Per noi è stato naturale coinvolgere anche Albignasego - spiega Margherita Scudellari, componente del direttivo di Guizzodienergia -. Le parrocchie avevano inizialmente pensato di creare una loro CER, poi, grazie al fondo Cariparo, una volta ottenuta l’autorizzazione della Diocesi, ci hanno contattato per entrare nella nostra comunità come produttrici e consumatrici di energia”.

Il progetto prevede l’installazione di pannelli fotovoltaici sulle scuole dell’infanzia e altre strutture parrocchiali, con una potenza complessiva di circa 150 kW. Tre parrocchie produrranno energia, mentre le altre saranno consumatrici o comunque entreranno nella CER come sostenitrici. L’ingresso delle nuove socie comporterà anche un adeguamento statutario, con il passaggio di Guizzodienergia ad associazione riconosciuta.

“Il fondo Cariparo - continua Scudellari - ci permette di coprire le spese di gestione del primo anno e per il cambio statutario, mentre le parrocchie potranno contare anche sui contributi PNRR a fondo perduto per i loro impianti. È un sostegno importante in una fase in cui i costi di gestione si sono alzati”.

Guizzodienergia, che già oggi conta quattro produttori e una ventina di consumatori, si prepara ad accogliere nuovi soci: “A breve caricheremo altre venti adesioni - racconta Scudellari - e abbiamo una lista d’attesa che include anche inquilini Ater. Sono in corso trattative con una società che potrebbe portare altri 400 kW di potenza, un salto di scala significativo per la nostra CER”.

Il modello di Guizzodienergia si distingue per la sua marcata impronta sociale: gli incentivi economici vengono divisi in modo equilibrato, 30% ai consumatori, 30% ai produttori e 40% a un fondo sociale, che verrà impiegato per progetti di solidarietà nei territori coinvolti. “Inizialmente pensavamo a un unico fondo, ma ora che abbiamo due aree di riferimento stiamo valutando di distribuirlo in base alle esigenze locali”, precisa Scudellari.

Dal punto di vista economico, i benefici per i singoli aderenti, i soci consumatori, come è noto, vanno da 50 a 70 euro, qualche volta un po’ di più, ma la finalità è un’altra: “Non si entra per arricchirsi, ma per ridurre il proprio impatto ambientale e contribuire a una rete virtuosa di solidarietà energetica. È anche un’occasione di incontro e riflessione sulle tematiche ambientali all’interno dei quartieri”.

L’obiettivo, conclude Scudellari, è guardare avanti con una visione europea: “Vorremmo firmare anche noi il Climate City Contract per allinearci agli obiettivi di neutralità climatica del 2030. La nostra è una comunità che cresce dal basso, ponendo il nostro impegno civile in un progetto comune di sostenibilità”.

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