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Quinto di Treviso, verso il trasferimento dell’asilo parrocchiale

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Il Comune di Quinto di Treviso chiama l’aeroporto Canova per spostare l’asilo parrocchiale San Giorgio.

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La struttura oggi si trova proprio sotto la rotta di atterraggio degli aerei. Alla luce di questo, nel master plan per lo sviluppo dello scalo approvato dal ministero è stato previsto il trasferimento della scuola in un’altra zona di Quinto. Sono 9 i milioni che Save/AerTre, società che gestisce il Canova, è chiamata a impegnare sul fronte delle mitigazioni. Da tale “tesoretto” dovranno saltare fuori anche i fondi necessari per spostare l’asilo altrove, oltre a quelli per finanziare il consolidamento dei tetti delle case contro il vortex strike.

Sartori: "Non c'è ancora una decisione definitiva"

“Abbiamo già iniziato ad analizzare la situazione, valutando possibili soluzioni – spiega il sindaco Stefania Sartori –. Non c’è ancora una decisione definitiva. Bisogna capire se il nuovo asilo dovrà sorgere nei pressi di una chiesa o se ci saranno altre richieste. La macchina, comunque, è già stata messa in moto”. La cosa che al momento appare certa è che il nuovo asilo verrà realizzato comunque a Quinto, ovviamente non più all’interno della fascia di rischio dell’aeroporto. L’ipotesi di spostarlo nella frazione di Santa Cristina è stata rapidamente accantonata. Il Comune si è già confrontato con la stessa parrocchia di Quinto, oggi guidata da don Stefano Bressan. E parallelamente è pronto a inviare una richiesta formale a Save/ AerTre per poter cominciare a definire i contorni dell’operazione che la società del Canova dovrà finanziare.

Dal Zilio: "Nuovi incontri con la parrocchia"

“Visto che nel frattempo è cambiato il parroco, abbiamo avuto nuovi incontri per chiarire se la linea della parrocchia restava la stessa rispetto a quella assunta in precedenza – spiega Mauro Dal Zilio, vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici –. Di seguito il parroco ha confermato la propria disponibilità dando parere favorevole allo spostamento dell’asilo San Giorgio”.

I tempi

I tempi non sono ancora chiari. Al momento della riapertura dell’aeroporto, tornato a funzionare il primo giugno dopo 15 mesi di stop a causa dell’emergenza coronavirus, la società di gestione ha chiarito che i primi interventi concreti legati al master plan da 54 milioni di euro potrebbero vedersi a partire dall’anno prossimo. Molto dipenderà anche dall’andamento dell’epidemia. Il piano di sviluppo prevede che il Canova possa arrivare a operare 22.500 movimenti all’anno. Per un totale di oltre 3,3 milioni di passeggeri in transito, sempre all’anno. Ad oggi, però, l’aeroporto ha recuperato solo un terzo del traffico aereo registrato prima dell’esplosione dei contagi da Covid. La strada pare ancora lunga. Mauro Favaro
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