White drone hovering in a bright blue sky. Drone copter flying with digital camera
Un drone sta per alzarsi nel cielo di Quinto. Verrà usato per creare una mappa dei tetti delle case.
Proprio così. L’iniziativa rientra nell’ambito delle mitigazioni previste per lo sviluppo dell’aeroporto Canova. Il drone, in sostanza, fotograferà la situazione esistente. Sarà la base di partenza per valutare eventuali nuovi danni ai tetti delle abitazioni causate dai vortici d’aria (vortex strike) scatenati dal passaggio degli aerei a bassissima quota. In questo modo sarà possibile calcolare di volta in volta gli eventuali risarcimenti. L’occhio volante si soffermerà in particolare sopra le case di via Costamala, Noalese, vicolo Marangon e via Contea. “A breve annunceremo l’inizio dell’attività con il drone, in modo che tutti i cittadini sappiano di cosa si tratta – spiega il sindaco Stefania Sartori – la mappatura verrà portata avanti da Save/AerTre (la società che gestisce l’aeroporto Canova, ndr). Si tratta di un primo passo fondamentale che apre la porta a eventuali risarcimenti per i danni subiti”. Fino ad ora c’era stata una sola condanna, arrivata dopo 7 anni di battaglia legale: Ryanair era stata chiamata a pagare 25mila euro di danni al proprietario di un’abitazione in via Contea, proprio sotto al corridoio di atterraggio dei velivoli, che aveva visto volare via le tegole dopo il passaggio di un aereo a bassa quota. Nel frattempo il comitato di cittadini che si batte contro l’ampliamento dello scalo, presieduto da Giulio Corradetti, ha presentato delle osservazioni al rapporto preliminare ambientale del piano nazionale degli aeroporti, con il supporto di Italia Nostra e di Legambiente. “Le osservazioni sono state presentate affinché venga posta doverosa attenzione alle ripercussioni derivanti dall’inquinamento ambientale provocato dalle movimentazioni aeronautiche – spiegano – considerando come, specificatamente nella realtà aeroportuale trevigiana, le stesse vengono esercitate in ravvicinato contatto con centri densamente abitati e risultano per questo interferenti sulla vivibilità, sulla salute e sulla sicurezza dei residenti”. “L’attività dell’aeroporto ha visto un continuo e crescente livello operativo attuato nell’indifferenza generale, effettuato in un contesto territoriale chiaramente incompatibile, in cui sono costretti a vivere i residenti vessati da una situazione che nel tempo risulta deprimente, angosciante, nociva e invivibile – concludono – attendiamo osservazioni anche da parte dei Comuni di Quinto e di Treviso che, prima ancora di qualsiasi organizzazione o associazione, dovrebbero essere i primi interessati a garantire la qualità di vita dei cittadini”. Mauro Favaro
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