A Zero Branco omaggio allo scrittore trevigiano Giovanni Comisso
Giovanni Comisso (credit: Premio Comisso)
Ci sono scrittori che lasciano nei posti che attraversano un segno indelebile del loro passaggio e ci sono posti invece che fanno lo stesso agli scrittori. Il rapporto tra Zero Branco e Giovanni Comisso è tuttavia a doppio filo: non c’è Zero senza Comisso e non c’è Comisso senza Zero. Di Zero Branco, Comisso ne parla ne “La mia casa di campagna”: proprio qui, infatti, aveva sede un appezzamento di terra e il suo casolare, acquistato nel 1930 eluogo di vivaci incontri culturali. Proprio qui a Zero Branco, oggi, sorge l’omonimo auditorium, che il Comune ha deciso di dedicare allo scrittore. Nato a Treviso nel 1895, Giovanni Comisso è stato cittadino del mondo: grande viaggiatore e prestigioso intellettuale, vincitore del Premio Strega nel 1955, ha saputo lasciare traccia nel cuore di ogni luogo da lui raggiunto. È per questo che nelle scorse settimane, alla vigilia del 55esimo anniversario dalla sua scomparsa, previsto per il 21 gennaio 2024, il Comune di Zero Branco, per tramite degli Assessorati alle Attività produttive e alla Cultura, ha voluto mettere ancora più in luce l’opera di Comisso. Sì, in luce. Nel vero senso della parola: lungo via Martiri della Libertà è stata infatti inaugurata un’installazione luminosa, riprendendo proprio dall’opera “La mia casa di campagna” una citazione comissiana del paese: “Mi parve quasi un’ironia che il villaggio, dove era questa mia nuova terra, si chiamasse Zero”.Frase certamente emblematica. Ma lo è anche il seguito, riportato nel romanzo di Comisso: “Presentivo che la mia vita sarebbe stata del tutto rinnovata, come un partire da zero. Quella formula e questo simbolo furono le pietre fondamentali della mia nuova casa e della mia nuova vita”. Una fine, un inizio. Proprio come questo 2023 ormai giunto alla fine e pronto a rotolare verso un nuovo inizio. La scelta dell’amministrazione zerotina è quindi un vero e proprio augurio: che l’anno nuovo possa incominciare all’insegna delle stesse ambiziose speranze e degli stessi straordinari obiettivi auspicati e raggiunti da Giovanni Comisso. E chissà che, magari, queste luci non riescano ad essere anche un invitante faro di cultura per il territorio: leggete Comisso, leggete di Zero Branco. Gaia Zuccolotto
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