Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Quinto di Treviso: trattori e "ragioni", è tempo di soluzioni davvero efficaci per l'agricoltura

Il corteo degli agricoltori è passato anche nel Comune di Quinto di Treviso dove si è dovuto “pazientare”

I trattori sono arrivati anche a Quinto. La partenza era prevista a Resana, ma l’indignazione contadina ha raggiunto e attraversato anche le strade quintine, scortata dalle forze dell’ordine. Il presidio era previsto a Silea. Una sfilata, all’apparenza: non mancavano bandiere e clacson, cartelli e schiamazzi. Quattrocento i mezzi che hanno partecipato alla manifestazione della Marca. “Cerchiamo di pazientare e capire anche le ragioni di questa protesta che nel nostro territorio, da sempre a forte vocazione agreste, coinvolge molte aziende agricole”, era stato il commento sulla pagina del Comune di Quinto, che aveva annunciato che i trattori avrebbero raggiunto anche via Castellana, via Isonzo e via san Cassiano, in direzione Silea, coinvolgendo la tangenziale e perciò anche la Noalese. La causa del malcontento riguarda le nuove regole e i nuovi standard introdotti dall’Unione europea. A destare le proteste vi sono, nello specifico, le condizioni per accedere ai sussidi della Pac (Politica agricola comune), nata con l’obiettivo di sostenere l’agricoltura aumentandone la produttività, ora con un occhio di riguardo anche ai cambiamenti climatici, con l’intento di ridurre l’impatto ambientale del settore. Nel post del Comune di Quinto si parlava di “ragioni” degli agricoltori. Questi sussidi, infatti, sono divenuti nel tempo quasi fondamentali per la sopravvivenza delle aziende agricole italiane ed europee e sono spesso stati accompagnati da ulteriori aiuti al settore (tra cui il riconoscimento di un apposito regime forfettario in Italia), costando parecchi miliardi di euro a contribuenti e consumatori. Ma qual è l’impatto che il settore agricolo ha a livello nazionale? Stando alla World Bank, nel 2022 agricoltura e pesca hanno generato l’1,8% del Pil, impiegando il 7% degli occupati solo per il comparto agricolo (5% uomini, 2% donne); dati in quasi costante calo nel tempo. Ma nonostante i sussidi, il problema di fondo, spesso non considerato, permane: l’agricoltura resta un settore a basso valore aggiunto, sempre più insostenibile se trattato attraverso politiche di sostegno economico. All’Italia e all’Europa servono nuove alternative e risposte per salvaguardare un settore fondamentale, per quanto a basso valore aggiunto, come l’agricoltura: spazio dunque all’innovazione e allo sviluppo, promuovendo la crescita delle piccole e medie imprese, a una maggiore specializzazione professionale e a modelli più produttivi. Un’agricoltura 4.0, insomma, che sappia dare risposte più valide a tutti, soprattutto agli agricoltori. E magari, senza la necessità di rumorosi cortei di fronte ai quali chi contadino non è, come dice il Comune di Quinto, deve solo “cercare di pazientare”. Gaia Zuccolotto
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione