Scopri tutti gli eventi
Successo dell'esposizione curata da Fabrizio Malachin
26.06.2024 - 11:27
Pubblico ammirato dai ritratti di donna proposti dalla mostra trevigiana
Il direttore dei Musei Civici: "Premiato il modello Treviso, che punta a qualità su temi e personalità artistiche popolari”. Dopo ‘800 e ‘900 il prossimo progetto guarderà al ‘700
La qualità e l’originalità delle opere di “Donna in scena. Boldini, Selvatico, Martini” – mostra allestita dal 13 aprile scorso al Museo di Santa Caterina – sono così elevate che il successo di pubblico ha pressoché inevitabilmente “costretto” a una proroga dell’apertura fino al 15 settembre. In un paio di mesi sono stati 50mila i visitatori, tutti ammirati dal mix perfetto tra autori e quadri conosciutissimi e dipinti altrettanto belli ma di autori più rari.
Che fosse destinata a essere un’iniziativa di successo è stato chiaro fino dal primo giorno: le donne protagoniste e fascinose hanno portato a una lunga lista d’attesa di prenotazioni che non era facile riuscire a smaltire entro la chiusura, inizialmente stabilita per il 28 luglio. Una gratificazione indubbia per il curatore della mostra Fabrizio Malachin, che è direttore dei Civici Musei Trevigiani. Non solo i numeri, ma anche il giudizio positivo e il chiaro apprezzamento arrivato in questi mesi dagli addetti ai lavori che, a suo dire, “premiano quello che passa come il ‘modello Treviso’, ovvero mostre di qualità su temi e personalità artistiche popolari”. Proprio come in precedenza era avvenuto con Antonio Canova e Arturo Martini. Mostre ampie, ricche, che sanno intelligentemente affiancare al già noto, al famoso, opere mai viste prima. O poco viste. Come per esempio è avvenuto con la spettacolare sequenza di dipinti di Lino Selvatico.
“Un ringraziamento va all’entusiastica disponibilità di tutti i prestatori. Dobbiamo a loro la possibilità di qualche settimana in più per ammirare le oltre 150 opere esposte, provenienti da 42 raccolte tra pubbliche e private, per trentuno artisti. Una rassegna – spiega Maria Teresa De Gregorio, assessora alla cultura di Treviso – che cattura anche perché ricostruisce il fascino di quell’epoca tra Ottocento e Novecento, associando i capolavori di Boldini, Corcos, Grosso, Tallone, fino a Selvatico e Alberto Martini, agli abiti, esaltando la femminilità anche attraverso gli accessori fino ai gioielli”. Per De Gregorio è proprio lo sguardo alla quotidianità a indurre il pubblico “a formulare riflessioni su quel processo si emancipazione avviato ma non ancora completato”. Ed è questa, a guardare bene, la chiave di lettura che più attrae.
Oltre il singolo successo, c’è una formula di base (o, se preferiamo, un filo conduttore) che sta risultando vincente. Tre anni, tre mostre che hanno incontrato un indiscusso gradimento da parte dei visitatori. Fabrizio Malachin non anticipa particolari su quanto accadrà dopo il 15 settembre, ma fa capire che dopo tanto Ottocento e Novecento con la prossima mostra arriverà il momento di guardare un po’ più indietro, al Settecento: “Ancora una volta, fedeli al ‘modello Treviso’, non si tratterà solo dell’ennesima monografica dei soliti noti ma di una grande mostra che, attingendo a grandissimi autori così come a testimonianze storico-artistiche diverse, condurrà il visitatore lungo un originale, inedito viaggio nella luce di un grande secolo”.
Edizione
I più letti
GIVE EMOTIONS SRL | C.F. e P.IVA 04385760287 REA PD-385156 | Reg. Tribunale di Padova n. 2516