Intervista con il Presidente dell’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi del Veneto, il dottor Luca Pezzullo sull'ampliamento del progetto "Uno psicologo in Comune" a Treviso
Si ingrandisce il progetto “Uno psicologo in Comune”, che quest’anno viene ampliato a 36 Comuni della provincia di Treviso. Il servizio offre la possibilità di consulenze gratuite ai cittadini e permette di avvicinare la popolazione ai servizi psicologici.
Ne abbiamo parlato con il Presidente dell’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi del Veneto, il dottor Luca Pezzullo.
Come nasce l’iniziativa? Possiamo intenderla come una risposta alle esigenze dei cittadini dopo due anni di pandemia?Sì, questa è una necessaria e opportuna risposta ai bisogni di psicologia sul territorio. I due anni di pandemia hanno enfatizzato ed acuito situazioni complesse pregresse, famiglie molto problematiche, situazioni di fragilità sociale. E questo lo stanno notando tutti un po’ tutti i miei colleghi in Veneto, sia nel pubblico che nel privato.Il Comune di Treviso ha sviluppato un’iniziativa intelligente e molto interessante nel senso che ha costruito una forte rete istituzionale, mettendo insieme sia il pubblico che il privato, il terzo settore, per cercare di dare una risposte trasversali a quello che è un bisogno trasversale, cioè quello dei bisogni e delle necessità psicologiche che si sono create con la pandemia. Il progetto è partito con una concertazione ben calibrata di realtà diverse istituzionali e ha permesso di raggiungere risultati significativi in poco tempo.Chi può usufruire del servizio e con quale frequenza?Fino ad adesso era un progetto riservato al comune di Treviso, ora è stato esteso a tutto l’ambito territoriale. Sono, infatti, 37 i Comuni, con una serie di reti istituzionali importanti, che hanno risposto positivamente all’iniziativa. I cittadini possono accedere al servizio tramite un numero telefonico dedicato. Si prenota un primo appuntamento, viene valutata la richiesta e se è necessario rivolgersi a un servizio territoriale di altra natura già esistente oppure se la persona può essere presa in carico direttamente. Poi si svolge un ciclo di colloqui brevi per una prima valutazione e consulenza. Laddove fossero necessarie forme più articolate di intervento si coinvolgono anche i servizi territoriali.È quindi aperto a tutti i residenti della Marca a prescindere dal reddito?Assolutamente sì ed è un servizio completamente gratuito per il cittadino. E questo rappresenta un indice di accessibilità in un momento in cui i servizi pubblici sono saturi. Nonostante la domanda sia enorme, con le risorse a disposizione è difficile gestire le richieste. Inoltre, a volte non è semplce accedere al servizio privato per motivi economici, per situazioni di grave fragilità economica del reddito familiare. Mentre il progetto “Lo Psicologo in Comune” dà sostegno territoriale e permette di intercettare una domanda che non è una domanda relativa a interventi psicoterapeutici. È proprio una risposta a un bisogno di necessità psicologica della cittadinanza anche sottosoglia, cioè senza che ci sia una sindrome clinica più strutturata. Il servizio nasce per rispondere a quelle che sono le normali difficoltà che un periodo del genere può aver comprensibilmente creato ed enfatizzato in ognuno di noiSi tratta pertanto di una vera e propria forma di collaborazione tra i Comuni trevigiani e gli enti territoriali?Assolutamente sì e con varie realtà del privato sociale, del territorio, le istituzioni, le Asl. Quello che mi ha colpito di questo progetto, al di là della retorica, è vedere quante e quali realtà diverse siano riuscite a creare una rete trasversale, articolata, formata da tutti gli enti che si occupano del benessere e della sicurezza dei cittadini sul territorio.à Marta Miotto
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