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Treviso, Calesso: "La Marca sempre più in basso nel rapporto sulla qualità della vita"

Rapporto sulla qualità della vita delle province. Calesso della Coalizione Civica per Treviso: "Servizi e ambiente trascinano la Marca sempre più in basso".

Il Sole 24 Ore ha pubblicato l’annuale rapporto sulla qualità della vita nelle province italiane in cui la Marca perde 11 posizioni rispetto al 2021 collocandosi al 21° posto: sono ben lontani i risultati del 2018 (nona)e del 2019 (ottava). Si tratta di una conferma della analoga classifica stilata dal quotidiano Italia Oggi e pubblicata qualche settimana fa che registrava un analogo arretramento della qualità della vita nella Marca. Va registrato che il secondo posto nella sezione riservata al benessere delle donne è sicuramente ottimo, ma segna un arretramento rispetto all’anno scorso la Marca era prima assoluta. Si tratta di un risultato che, comunque, dipende largamente da fattori economici come il gap occupazione e quello retributivo, particolarmente ridotti nella nostra provincia. Ma i buoni risultati nell’ambito economico a cui si contrappongono quelli molto meno buoni per quanto riguarda l’ambiente e i servizi sono la costante del “posizionamento” della nostra provincia nella classifica del Sole. Se risultiamo al 28° posto per “Ricchezza e consumi” e al 29° per “Affari e lavoro”, infatti, siamo al 35° per “Ambiente e servizi”, al 41° per “Cultura e tempo libero” e al 58° per “Istruzione e sanità”. Insomma, il nostro territorio non può contare su una qualità dell’ambiente e su una disponibilità di servizi pubblici tali da controbilanciare gli effetti negativi di una crisi economica sulla quotidianità delle persone. Se l’economia non tiene la qualità della vita peggiora inesorabilmente, come è accaduto nel 2020. Sul fronte ambientale, registriamo l’88° piazzamento per qualità dell’aria, l’87° per illuminazione pubblica sostenibile, il 56° per il verde urbano fruibile e il 39° per energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, questione che non può certo essere imputata al trovarsi nella pianura padana (come ci viene sempre ripetuto per lo smog). Sul fronte dei servizi pubblici si registrano dati al limite dell’agghiacciante:la nostra provincia è al 104° posto (su 107) per presenza, in rapporto agli abitanti, di medici di medicina generale (i medici di famiglia e al 102° per quella di medici specialisti. Ma siamo anche al 90° posto per patrimonio museale, al 70° per penetrazione della banda larga e al 42° per l’offerta culturale. Registriamo anche il 69° posto per gli infortuni sul lavoro, il 79° per il saldo migratorio negativo (cioè perdiamo abitanti), il 65° sia per canoni medi di locazione che per spazio abitativo medio e il 58° per il tasso di inflazione, elementi – soprattutto quelli relativi agli alloggi (e al loro canone) e all’inflazione che influenzano pesantemente la qualità della vita delle persone e delle famiglie. Un dato estremamente preoccupante è quello della qualità della vita dei giovani per la quale siamo al 77° posto (per l’imprenditorialità giovanile addirittura al 98°). Si tratta di un dato che, probabilmente, va collegato anche a quelli relativi ai laureati in rapporto alla popolazione (37^ posizione) e ai diplomati (63^). Mi pare che si possa, soprattutto a questo proposito tracciare un quadro in cui i giovani (che maggiormente soffrono condizioni di lavoro precario, sottopagato, intermittente o di disoccupazione) vedono compromessa la loro qualità della vita appunto dalla debolezza della rete dei servizi pubblici. Se per le persone con un buon reddito, ad esempio, è ragionevolmente possibile accedere alla sanità privata in alternativa a quella pubblica, per i giovani precari ciò si rivela economicamente insostenibile e contribuisce notevolmente a peggiorare la loro qualità della vita, esattamente come una condizione ambientale tutt’altro che delle migliori, il cui effetto è acuito dall’attenzione crescente che proprio i giovani prestano a questo aspetto della vita. Insomma, come ormai accade ogni anno la Marca si conferma un territorio in cui gli amministratori pubblici (da quelli comunali fino a quelli regionali) fanno troppo poco per garantire una quantità e una qualità adeguata dei servizi pubblici e per tutelare un contesto ambientale che, al contrario, risulta ogni giorno maggiormente compromesso. E questa situazione pesa particolarmente sulle generazioni più giovani che hanno minore disponibilità di reddito e maggiore sensibilità ambientale. Gigi Calesso – Coalizione Civica per Treviso
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