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07.02.2023 - 05:05
Di fronte all’esplodere del caso dell’aumento delle rette delle case di riposo che coinvolge la nostra città insieme al resto della provincia non abbiamo ancora sentito la voce dell’amministrazione comunale, nonostante che anche le case di riposo pubbliche cittadine (quelle gestite dall’ISRAA) siano state costrette a incrementare di 3 euro al giorno le tariffe.
Nonostante le rette dell’ISRAA rimangano tra le meno elevate del nostro territorio è tutt’altro che da escludere che l’aumento comporti problemi economici per gli ospiti e le loro famiglie.
Penso che l’amministrazione cittadina dovrebbe farsi carico del problema prima di tutto con una indagine sulla sostenibilità economica degli effetti dell’incremento tariffario sugli ospiti delle case di riposo ISRAA che “provengono” dal territorio comunale e sui loro familiari.
Se questo lavoro di analisi, condotto in collaborazione con l’ISRAA oltre che con le persone ospitate e le loro famiglie, evidenzierà problemi economici nella capacità di far fronte alle nuove tariffe, soprattutto se questa casistica sarà diffusa, ritengo necessario che l’amministrazione cittadina valuti azioni concrete a sostegno di chi è in maggiore difficoltà.
Va, inoltre, preso in considerazione il problema delle liste d’attesa per l’ISRAA che arrivano ormai al centinaio di richieste ancora inevase per mancanza di posti.
Mi pare che ci siano tutti gli elementi perché lo stesso Consiglio Comunale affronti la questione e perché in città si apra un confronto tra tutti coloro che operano nel settore anche sui nuovi modelli dell’assistenza agli anziani che, prima ancora dell’inserimento in casa di riposo, devono basarsi a mio avviso su un servizio di assistenza (preparazione pasti, lavanderia…) e cura (somministrazione di farmaci, controlli sanitari di routine…) svolti dove l’anziano risiede con il duplice vantaggio per la persona di non dover lasciare un alloggio che le è familiare e per le case di riposo di non dover impegnare posti letto per persone parzialmente autosufficienti.
Un’ultima valutazione andrebbe fatta anche sul nuovo sistema regionale delle “impegnative” che, a differenza di quanto accadeva fino al 31 dicembre dello scorso anno, non prevede più due diverse liste sulla base del livello di gravità della salute e l’inserimento in casa di riposo dei primi in lista sia dell’una che dell’altra categoria. Dal primo gennaio la Regione Veneto prevede un’unica graduatoria in cima alla quale, ovviamente, ci sono le persone la cui salute è maggiormente compromessa. Per le case di riposo significa accogliere un numero maggiore di persone, ad esempio, con problematiche di demenza: non tutte le strutture sono adeguate per questo aumento di ospiti con gravi problemi di salute e, quindi, anche per questo motivo c’è bisogno di sostegno, anche da parte delle amministrazioni comunali.
Gigi Calesso – Coalizione Civica per Treviso
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