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Rovigo, Palazzo Roverella rende omaggio agli scatti di Robert Doisneau

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A Rovigo, Palazzo Roverella dedica una monografica a "un pescatore", così amava definirsi il maestro della fotografia del Novecento Robert Doisneau

Per chi ama l’arte ormai è consuetudine pianificare una visita a Rovigo, grazie alla vivace proposta di Palazzo Roverella e Palazzo Roncale che da più di dieci anni richiamano in città migliaia di visitatori dall’Italia e dall’estero. Un connubio “glocal”, che propone mostre di artisti internazio- nali assieme a testimonianze della storia locale, dimostrando di saper coinvolgere il pubblico del territorio e il flusso turistico che sta sempre più scoprendo le attrattive del Polesine trovando negli eventi espostivi proposti un indubbio incentivo per scegliere come meta questa magica “terra tra i due fiumi”.

Palazzo Roverella, la mostra dedicata a "Robert Doisneau"

A Palazzo Roverella l’autunno vedrà protagonista “Robert Doisneau” (23 settembre 2021 – 31 gennaio 2022), con un’ampia monografica affidata alla curatela di Gabriel Bauret. Una mostra dedicata a un pescatore: è così che amava definirsi Robert Doisneau (1912-1994), maestro della fotografia che ha saputo raccontare con empatia la società parigina del Novecento, catturando momenti di grazia ed espressioni di felicità. (continua a leggere dopo la gallery) Doisneau è celebre per quello che viene ritenuto il più bel bacio della storia della fotografia: protagoniste le effusioni di una giovane coppia, indifferente alla folla dei passanti e al traffico della place de l’Hôtel de Ville di Parigi. Artista o fotoreporter, ci ha la- sciato immagini che riescono a strapparci un sorriso e, allo stesso tempo, a stringerci il cuore. Perché il suo approccio all’umanità era ben più complesso della semplice leggerezza che si tende ad associa- re alle sue immagini.

Una mostra sulla Grande Alluvione

In parallelo, a Palazzo Roncale, andrà in scena “70 anni dopo. La Grande Alluvione” (23 ottobre ‘21 – 31 gennaio ’22), a cura di Francesco Jori. La ricorrenza è importante anche per capire cosa sia rimasto nel dna personale e sociale dei polesani, di quelli che hanno continuato a vivere in Polesine e dei polesani costretti a nascere altrove. Questa mostra intende soprattutto focalizzare come quell’evento abbia generato dei cambiamenti nel tessuto fisico, sociale ed economico del Polesine. Melania Ruggini
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