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Piove di Sacco: sperimentata con successo la tecnica dell’“anestesia cosciente”

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Straordinario intervento chirurgico all’Ospedale Immacolata Concezione di Piove di Sacco: il paziente di 48 anni, affetto da tumore stromale gastrointestinale, è rimasto sveglio per tutta la durata dell’operazione

L'equipe dell'Ospedale Immacolata Concezione di Piove di Sacco L'equipe dell'Ospedale Immacolata Concezione di Piove di Sacco
All’ospedale Immacolata Concezione, a settembre, è stato rimosso un tumore ad un paziente sveglio. Ha avuto successo il ricorso in sala operatoria dell’anestesia “cosciente”, una tecnica che consente di aggirare gli effetti negativi e le normali complicanze dell’anestesia generale, mantenendo il paziente in respiro spontaneo anziché intubarlo. Protagoniste l’équipe di Chirurgia Generale e quella di Anestesia e Rianimazione impegnate in un intervento di resezione intestinale con tecnica di anestesia neurassiale in un paziente di 48 anni, affetto da tumore stromale gastrointestinale e rimasto sveglio per tutta la durata dell’operazione. “Il ricorso a questo tipo di procedura - spiega Gianclaudio Falasco, direttore di Rianimazione - è una modalità di anestesia che prevede la somministrazione di farmaci anestetici e sedativi attraverso un catetere che permette di infondere anestetici in maniera molto localizzata e selettiva, evitando così l’uso di grosse dosi di farmaci per via endovenosa”.  “Questo tipo di gestione del paziente da operare - aggiunge Antonio Zerbinati, primario di Chirurgia - apre nuove frontiere nell’ambito dei protocolli sulla gestione del comfort post-operatorio. Associando questo tipo di anestesia a tecniche chirurgiche mininvasive si può infatti migliorare notevolmente la ripresa del paziente dopo l’operazione, ottenendo di conseguenza degenze più brevi. Avevamo già eseguito procedure di questo tipo su interventi di media portata, conseguendo risultati molto soddisfacenti. Ora è nostra intenzione applicare tali metodiche in maniera più estesa anche su interventi di maggiore complessità, ovviamente in pazienti selezionati e adeguatamente valutati sia dal punto di vista chirurgico che anestesiologico”. Alessandro Cesarato
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