586 zone carenti in Veneto, che dovrebbero ridursi grazie al bando rivolto ai medici che ha già ricevuto 250 domande
“Non abbiamo mai nascosto che esiste una situazione di emergenza per quantoriguarda i medici di base, ma è un problema che attanaglia tutta Italia e che si èacuito dopo la fase calda del Covid. Come Regione stiamo mettendo in campotutte le contromisure possibili e anche tutte le Regioni italiane, con una lettera delPresidente della Conferenza delle Regioni Fedriga al Ministro Schillaci, hannochiesto di riprendere celermente il confronto su un documento che abbiamo inviatoa giugno con proposte per interventi sia emergenziali che strutturali”. Lo ha detto l’Assessore alla Sanità della Regione Veneto, Manuela Lanzarin, nel corso di un punto stampa convocato per fare il punto sulla situazione della medicina territoriale. “A livello nazionale – ha aggiunto – vanno trovate risposte a una professione chenon è evidentemente più appetibile come un tempo lavorando sui carichi di lavoro,sugli aspetti incentivanti, sulla burocrazia che grava sugli mmg, sulla qualità dellavita. Detto questo, in Veneto la situazione è di emergenza, ma non drammaticacome da alcune parti la si vuole descrivere. Oggi abbiamo in attività 2.766 medicidi medicina generale. Dal 2023 al 2025 sono previsti 462 pensionamenti (calcolatisull’età di 70 anni prevista per la categoria), ma nello stesso periodo i corsi diformazione triennali in atto diplomeranno 589 nuovi medici. Bisogna anchespiegarsi bene su cosa si intende per zone carenti, che non necessariamentecorrispondono in toto in cittadini senza assistenza, anzi”. L’ultimo corso di formazione specifica in medicina generale 2022-2025, che sarà bandito entro dicembre in concomitanza con tutte le altre Regioni italiane, utilizza anche i fondi provenienti dal Pnrr, che producono 66 borse, da aggiungere alle 160 di finanziamento ordinario regionale per il primo anno. Altre verranno finanziate non appena definito il riparto nazionale derivante dal cosiddetto “decreto Calabria”. “A proposito – ha detto l’Assessore – va ricordato che la Regione Veneto hadeciso di utilizzare tutte le risorse messe a disposizione (compreso il contributoper le spese di organizzazione) e che non abbiamo mai rinunciato né a unfinanziamento né a un posto per la formazione.'' L’Assessore, affiancata dal Direttore Generale Regionale Luciano Flor, ha precisato che in questo momento le zone carenti in Veneto sono 586, che però si ridurranno a 346 grazie al bando rivolto ai medici per la loro copertura, che si chiude il 15 dicembre prossimo, che ha già ricevuto 250 domande. “Per zona carente – ha spiegato Flor – si intende che in un determinato ambito èvenuto a mancare il medico, ma ciò non significa che tutti i cittadini di quella zonarimangano senza assistenza, anzi. Le persone in zona carente vengono assistite convarie modalità: inserendole in un medico che ha accettato di portare il suomassimale da 1.500 a 1.800, o affidandole a medici temporanei e/o sostituti (imedici che stanno frequentando gli anni di specializzazione, affiancati da untutor)”. In questo modo si stima che circa il 70% delle persone in zona carente abbiano comunque assistenza. Per le rimanenti, l’attesa di averne uno è stimata da pochi giorni a poche settimane, durante le quali, per ogni necessità, anche di semplici certificazioni, è a disposizione la guardia medica. Per il prossimo futuro, la Lanzarin ha anche annunciato un Tavolo di Confrontocon i Medici di Medicina Generale “nel quale ragioneremo di un modello assistenziale generale per tutto il territorio, sulla base delle necessità dello stesso, area per area. Vogliamo portare avanti un lavoro comune e condiviso, base per le scelte migliori cheandranno fatte”.
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