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Intervista al sindaco di Treviso, Conte: “Siamo ripartiti dalla cultura e dalla bellezza"

Mario Conte

Il sindaco di Treviso Mario Conte traccia un bilancio dell’anno che si sta per chiudere e guarda al futuro.

Il 2022 si sta per chiudere e con la fine dell’anno si avvicina anche la chiusura del mandato. Mario Conte – che la prossima primavera alle urne si giocherà la carta del rinnovo della carica di sindaco di Treviso – guarda ai dodici mesi alle sue spalle e sorride soddisfatto. Che anno è stato per lei, per la sua amministrazione e per la città? “In piena pandemia abbiamo trasformato un’amministrazione, che per forza di cose è diventata straordinaria, in un cantiere aperto, seminando progettualità che dovevano trasformarsi in opportunità una volta terminata l’emergenza. Così è stato. Nonostante le difficoltà legate soprattutto all’aumento dei costi energetici, è stato un anno di grande ripartenza ed entusiasmo, certamente protagonista in ambito culturale con un’esplosione di numeri che ha portato i visitatori del Bailo da 11mila a oltre 60mila, raddoppiato quelli di Santa Caterina, con risultati straordinari e una nuova gestione per il teatro. Se Treviso nel post-pandemia doveva ripartire dalla cultura e dalla bellezza, abbiamo centrato in pieno l’obiettivo. Una città dinamica, vivace, di qualità, che ha saputo sfruttare nel migliore dei modi uno stop forzato: ci siamo protetti ma abbiamo anche investito e progettato il futuro. Che è cultura ma anche ambiente”. Sono questi i progetti che dimostrano maggiormente la fisionomia della sua amministrazione? “Sono elementi marcanti, con importanti investimenti nella cultura e progettualità ambientali che per due anni di seguito ci hanno portati fra i migliori dieci comuni in Europa. Ma non è tutto qui, basti pensare a quanto realizzato per la viabilità, fra piste ciclabili e sistemazione di incroci storicamente problematici, ma anche la manutenzione straordinaria delle scuole, il rifacimento delle Stefanini e la riqualificazione del polo universitario. Per fortuna trovare temi che contraddistinguono la mia amministrazione rispetto al passato è facile”. Fermo restando che c’è un’indagine in corso, la questione case popolari  ha un effetto impattante. Come la vive? “Con la serenità di avere una squadra di dipendenti che ha sempre lavorato con grande professionalità e onestà, testimoniato anche dalla fiducia trasversale arrivata dal consiglio comunale. Auspico si arrivi presto alla chiusura delle indagini e a fare chiarezza. Ma il tema della casa resta e va affrontato anche con enti superiori, perché con pandemia prima e crisi energetica adesso rischia di essere il tema caldo dei prossimi mesi. Dobbiamo trovare gli strumenti per dare a tutti i cittadini un tetto evitando che i furbetti sottraggano benefici alle persone per bene”. In occasione della nascita di Confindustria Veneto Est ha dichiarato che anche le città dovrebbero iniziare a ragionare come territorio. Cosa significa? “Il Veneto è il territorio dei campanili e va benissimo. Spesso però anche dei campanilismi e questo va meno bene. Dobbiamo uscire dai confini comunali e ragionare come comunità. Tematiche come l’ambiente, le infrastrutture, la mobilità non hanno confini comunali. Sono convintissimo che la soluzione si chiami area vasta, condivisione, collaborazione, aggregazione e infatti abbiamo appena ricevuto dalla Regione un finanziamento di 16 milioni di euro proprio per la Grande Treviso”. Si torna a parlare di metropolitana veneta di superficie. Cosa ne pensa? “È un progetto importante per lo sviluppo del territorio e una grande risposta al problema del traffico e della qualità dell’aria. Spero venga ripreso in mano”. Al ministro alla Giustizia Carlo Nordio ha chiesto di affrontare la questione dell’abuso d’ufficio. Perché è importante che questo reato venga modificato? “Credo che se un sindaco sbaglia deve pagare più degli altri perché oltre a non rispettare la legge tradisce i cittadini, ma ci sono responsabilità che non siamo in grado di controllare e il perimetro va ridisegnato per non vivere con la paura di una firma che rischia di inchiodare il sistema, di rallentare i processi e soprattutto di allontanare dall’esperienza amministrativa pubblica tante brave persone”. Cosa si augura per il 2023? “Prima di tutto che torni un po’ di serenità a livello mondiale. Il conflitto bellico sta determinando incertezza, paura e preoccupazione, oltre che mettendo a rischio il sistema sociale delle nostre comunità. E poi mi auguro che la nostra comunità si confermi quella che è: straordinaria nei valori e nella solidarietà. L’ho rappresentata in un periodo che sicuramente verrà citato nei libri di storia e Treviso ha dimostrato di essere tale. Spero di continui così. Da parte mia c’è l’auspicio e l’obiettivo di continuare a servire la città con impegno, determinazione, trasparenza e soprattutto grande onestà”. Sara Salin  
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