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Interporto Padova, 50 anni di logistica sostenibile al servizio dell'economia del Nord Est

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Interporto Padova Spa festeggia i 50 anni dalla costituzione della Società

Oggi è uno dei principali interporti italiani e, dal 2013, “nodo core” della rete europea TEN –T del trasporto merci. Un interporto pubblico, nel duplice significato di azienda partecipata da Comune, Provincia e Camera di Commercio di Padova e di azienda a servizio di tutte le imprese della logistica e del trasporto, ferroviarie e stradali operanti sul mercato. Ma soprattutto è un’impresa già pienamente impegnata nella realizzazione della logistica del futuro, grazie all’intermodalità ferrovia-strada, alla digitalizzazione delle procedure, all’automazione delle operazioni logistiche del terminal e all’obiettivo dell’autonomia energetica attraverso un impianto fotovoltaico con batteria di accumulo, che garantirà l’alimentazione del sistema terminalistico a ciclo continuo. “Sono orgoglioso dei risultati raggiunti da Interporto a servizio del sistema economico padovano e veneto. Ho più volte evidenziato come l’intuizione del Prof. Mario Volpato, da Presidente della Camera di Commercio di Padova, non riguardò solo la struttura interportuale (di cui è stato il primo Presidente fino al 1982) ma anche la realizzazione della prima banca dati informatizzata della CERVED.  -  ha sottolineato il  presidente Franco Pasqualetti  - Quando parliamo dei risultati di traffico intermodali e anche di “come” oggi li otteniamo, attraverso innovazione e digitalizzazione, sento che abbiamo contribuito alla piena realizzazione dell’idea del prof. Volpato che non riguardava solo le merci fisiche ma anche dati e informazioni". " Voglio anche ricordare che Interporto Padova è una società a capitale pubblico, con bilanci strutturalmente in utile, a dimostrazione che quando un’impresa pubblica è ben guidata, ha una progettualità, può muoversi sul mercato non solo senza problemi ma diventando anche un punto di riferimento per le altre realtà del settore a livello nazionale.  -  ha continuato Pasqualetti  - Di questo ringrazio non solo il bravissimo management che la guida, ma anche i presidenti che in questi 50 anni mi hanno preceduto, e che hanno saputo far crescere e sviluppare l’azienda in un contesto storico ed economico non sempre facile, senza tradire mai la missione originaria, che ancora oggi mantiene in pieno la propria validità”.

Fotovoltaico con sistema di accumulo per l’autonomia energetica

L’impianto fotovoltaico con accumulo di energia è stato presentato in occasione dell’evento per il 50°. Grazie a questo investimento, Interporto si dota di un impianto della potenza di 1 MW da energia solare dedicato al terminal, che prevede un sistema di accumulo di energia che permette di utilizzare l’energia pulita e autoprodotta per alimentare le gru a portale e le altre strutture del terminal. " Siamo fra i primi a realizzare una cosa del genere, grazie alla tecnologia sviluppata da OmnisPower Italy, concettualmente molto semplice ma in realtà estremamente complessa, basta pensare che le gru sono alimentate in media tensione a 20 mila Volt.  - ha spiegato il direttore generale Roberto Tosetto - Uno degli elementi più interessanti è il software predittivo che permette di gestire le numerose variabili in gioco, dall’irraggiamento solare, alle curve di consumo delle gru in relazione al traffico e alle operazioni da svolgere nel terminal. L’obiettivo è l’autonomia energetica anche alla luce delle possibili perturbazioni nel costo dell’energia che abbiamo visto di recente, e lo sfruttamento intelligente delle superfici altrimenti improduttive dell’area come i tetti, le rotatorie e tutti quegli spazi interclusi di difficile utilizzo. Un modello proponibile anche a tante aziende nelle zone industriali”.

Una visione proiettata al futuro

Una strategia articolata che è il frutto di un pensiero e di un visione innovativa dell’ attività logistica di un interporto. “Non ci interessa tanto essere primi nelle classifiche quanto individuare e mettere in atto modelli gestionali virtuosi – conclude il direttore generale Roberto Tosetto. – Da un lato la logistica e il trasporto devono essere pensati per contenere l’impatto ambientale, dall’altro occorre anche prestare attenzione alla salvaguardia di queste strutture evitando una proliferazione indiscriminata non giustificata da reali esigenze del territorio. Più che alla espansione territoriale indiscriminata, bisogna quindi puntare sulla massimizzazione delle aree già destinate all’intermodale. Per fare questo ci vuole innovazione: con digitalizzazione, automazione, ricorso all’energia pulita da fotovoltaico siamo riusciti ad aumentare in modo significativo la produttività del nostro terminal per far fronte alle richieste del mercato, senza aumentare la superficie del terminal e quindi senza ulteriore consumo di suolo e allo stesso tempo abbiamo diminuito l’impatto ambientale delle attività. "Pensiamo non solo alle gru elettriche, ma anche ai camion che prima stavano in coda col motore acceso in attesa di entrare al terminal e ora praticamente fanno una “toccata e fuga” di pochi minuti.  -  ha continuato Tosetto - Questo è secondo noi il modo migliore di pensare alla logistica del futuro e di massimizzare la resa degli investimenti nelle strutture interportuali. Anche per questo chiediamo al Ministero che sia realizzato un sistema di misurazione “oggettivo” e certificato, delle performance degli interporti, uno strumento che possa anche aiutare i policy maker italiani ed europei nella giusta allocazioni delle risorse pubbliche”.
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