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Troppi giovani abusano di alcol e droghe, 86 accessi da inizio anno al Pronto Soccorso

L'Osservatorio sulle dipendenze evidenzia che ancora un numero troppo alto di giovani fa uso e abuso di sostanze come droghe e alcol, sono già 586 le persone che hanno fatto accesso al Serd dall'inizio dell'anno.

  Sono ben 86 gli under 30 che dal 1 gennaio al 7 luglio sono arrivati nei pronto soccorso della provincia di Treviso in coma etilico. Significa uno ogni 2 giorni, un numero in leggero aumento, del 6%, rispetto al 2022 e post Covid. Questo uno dei dati più eclatanti presentati ieri al convegno sull’Osservatorio delle dipendenze che ha visto coinvolti anche la Prefettura, le Forze dell’Ordine, la Conferenza dei sindaci, l’Ufficio Scolastico territoriale della Provincia e il Criep (centro di ricerca interuniversitario sull’economia pubblica). “Si tratta di un consumo non abituale ma da sballo occasionale – sottolinea il direttore dell’Ulss2 Francesco Benazzi – e l’80% sono giovani. Un dato preoccupante certo, ma il trend è più o meno identico a quello dello scorso anno. Nei primi sei mesi di quest’anno però registriamo 586 persone in più prese in carico, intercettate o segnalate e che faranno un percorso riabilitativo anche psicoterapeutico”. Di questi 586 casi, 225 abusano di sostanze stupefacenti, 152 di alcolici, 51 di gioco d’azzardo patologico, 71 di tabacco e 87 di altre tipologie ancora. Il totale, dal 2018 ad oggi, è comunque pressochè costante, con droghe e alcol a fare da padrone su tutti gli altri abusi, quasi 3mila persone rispetto alle 700 delle altre sostanze. Un trend che rileva anche che più basso è il livello culturale ed economico, più alta è la possibilità di cadere negli abusi.

I problemi post pandemia

“Quello che ci preme sottolineare – continua Benazzi – è che ci sono giovani che durante la pandemia hanno preso una piega negativa rimanendo davanti al web troppe ore. Anche questa è una dipendenza, vorremmo riprendere il progetto Qwert insieme ai sindaci. L’isolamento da web è una cosa sottovalutata ma fa perdere il collegamento con la realtà e quando perdi quello perdi il valore della vita”. Il progetto utilizzava il web per mettere in rete i ragazzi in modo sano, attraverso degli educatori e per un tempo limitato, massimo 2-3 ore, per poi farli incontrare off line e fare cose utili insieme. https://www.youtube.com/watch?v=6b1ShhRSFEE “Con quel progetto, l’aiuto delle famiglie e della scuola con la ripresa della prevenzione e il suo potenziamento – continua Benazzi – possiamo fare certamente ancora meglio. Sono molto preoccupato dal fenomeno dell’isolamento e della fragilità che trova nella sostanza la modalità per uscirne e dal concetto di “gruppo” che trova sempre nella sostanza illegale la forza per fare cose che non avrebbe fatto singolarmente”. Il problema è che chi abusa di sostanze poi ha più probabilità di commettere reati, anche penali. Il 10% dei morti per incidenti stradale, a Treviso, è correlato all’uso di sostanze. “Per questo vorrei coinvolgere anche i gestori di locali notturni, specie il sabato e la domenica sera – ha concluso Benazzi - perché si creino aree di decompressione post serata dove i ragazzi possano stare tranquilli e lasciar passare lo stato di alterazione”. Proprio dalla scuola potrebbe arrivare un aiuto fondamentale per intercettare quei fenomeni di disagio giovanile che spesso passano inosservati ai genitori. “Il ruolo della scuola è cruciale – spiega Barbara Sardella, dirigente dell’Ufficio Scolastico di Treviso – perché copre un target dai 3 ai 19 anni ed è quindi un osservatorio privilegiato da questo punto di vista. La scuola controlla un po’ tutto, dalla frequenza all’atteggiamento generale, quindi gli addetti ai lavori possono trovare ampie possibilità sulle quali lavorare”  
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