Nel ricorso viene ricordata la fragilità sotto il profilo idraulico di un paese circondato da fiumi e canali, che si è misurato anche con gli effetti dell’alluvione
E’ ancora braccio di ferro sulla nuova bretella camionabile progettata da Provincia e Comune di Bovolenta per togliere il traffico dal centro, contestata però da alcuni residenti di viale Italia e via Dante. Alcuni di loro hanno promosso, un ricorso amministrativo al Tar del Veneto per chiedere l’annullamento della variante 5 al Piano degli Interventi approvata dal comune lo scorso maggio. “Questa delibera - sostengono i ricorrenti difesi dall’avvocato Italo Begozzo - è stata adottata con l’unico scopo di porre rimedio, senza riuscirvi, ad una serie di errori, formali e sostanziali, in cui suono incorsi la Provincia di Padova e il Comune di Bovolenta nell’iter progettuale”. Nel ricorso viene ricordata la fragilità sotto il profilo idraulico di un paese circondato da fiumi e canali, che si è misurato anche con gli effetti dell’alluvione. Per questo una vasta zona del centro è stata classificata area ad elevata pericolosità idraulica. E’ su questo aspetto che i ricorrenti pongono l’accendo ricordano che “il Comune aveva avviato una sanatoria del progetto e ottenuto che l’isola di Bovolenta fosse classificata, dall’Autorità di Bacino, di pericolosità inferiore”. Nell’esposto il legale elenca i motivi per cui l’atto impugnato risulta illegittimo e di conseguenza pure la bretella già finanziata dalla Provincia di Padova. Tra l’altro si denuncia la violazione del decreto con cui lo scorso dicembre il governo ha aggiornato il “Piano di gestione del rischio di alluvioni del distretto idrografico delle Alpi orientali” che ridisegna le aree a rischio idraulico. “La bretella ricade in gran parte nelle aree con il rischio più alto - continuano i ricorrenti - e questa norma di rango superiore prevale sul strumenti urbanistici locali che anzi devono essere aggiornati”. Inoltre “la previsione di una strada provinciale larga 9 metri, in parte sulla sommità arginale e quasi per intero ricadente in area fluviale, poteva essere assunta solo dopo aver provato che non vi fossero alternative economicamente sostenibili. Noi invece siamo in grado di provare l’esistenza di queste alternative, in grado di raccordare la strada provinciale 3 con la 45, più volte prospettate all’amministrazione dai cittadini e comitati di residenti della zona interessata”. Anche la costruzione di una delle due rotatorie viene contestata perché va a modificare un corso d’acqua. Il documento si sofferma poi su altri aspetti tecnici per arrivare alla richiesta finale di annullamento della delibera. Ora la parola passa ai giudici amministrativi del Tar veneto.
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter