Maretto (Cisl Scuola Venezia) su insegnanti di sostegno: "Finché non s’inverte la rotta, queste figure necessarie saranno “importate” da altre regioni, dove si riesce a formare molti più insegnanti"
Mariano Maretto, Cisl Scuola Venezia
"Pochi gli insegnanti di sostegno rispetto alle esigenze delle scuole". E' questo il grido d’allarme alla vigilia della riapertura delle scuole è del segretario generale di Cisl Scuola Venezia, Mariano Maretto, che invita la Regione a puntare di più sulla formazione dei docenti per ovviare a un problema cronico. Oltre il 50% del fabbisogno, infatti, sarà coperto da personale non specializzato e il problema si deve affrontare subito per poter avere una formazione adeguata alle esigenze del Veneto. Per l’organizzazione sindacale non si deve più aspettare. Scendendo nei particolari, rispetto a dodici mesi fa, per il 2023-2024 nel Veneziano assistiamo a un aumento sia del numero di studenti bisognosi d’insegnanti di sostegno che di queste figure essenziali. Ma nel frattempo non si è invertita la rotta e la carenza di organici di sostegno si farà sentire ancora una volta, anche perché la domanda si fa sempre più importante. Per la ripresa delle lezioni ormai alle porte, per l’infanzia (66 istituti nel Veneziano) sono interessati 169 bambini con posti in organico di diritto di 84 unità di docenti di sostegno, mentre per le elementari (sempre 66 istituti) la quota sale rispettivamente a 1118 studenti e 553 insegnanti. Per le secondarie di primo grado (66 istituti), i ragazzi sono 836 con assegnati in totale 397 docenti, per quelle di secondo grado (32 istituti) siamo a 815 e 275. Il totale fa 2.938 studenti per 1.309 insegnanti di sostegno, mentre per il 2022-2023 il dato vedeva 2.729 per il primo caso e 1.219 per il secondo. Ed è proprio quest’ultima voce a preoccupare di più Maretto: se il problema è cronico, serve trovare in fretta una soluzione. "Perché oltre la metà dei posti – osserva il segretario generale di Cisl Scuola Venezia – sarà coperto da non specializzati. E qui in Veneto mancano per una cattiva programmazione fatta dalla Regione con le università interessate. Finché non s’inverte la rotta, queste figure necessarie per il Veneziano saranno “importate” da altre regioni d’Italia, dove si riesce a formare molti più insegnanti rispetto al proprio fabbisogno". Da qui l’invito di Maretto all’assessora regionale all’Istruzione, Elena Donazzan, di prendere dei provvedimenti. "Chiediamo che si attivi secondo i canali istituzionali – continua Maretto – per arrivare a garantire anche qui in Veneto una formazione di docenti adeguata alle necessità".
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