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08.09.2023 - 11:28
“L’eccessiva velocità, determinante per le conseguenze terribili della tragedia, non dipende da 'fattori terzi', è inaccettabile addurre come alibi un guasto, e l’iniziale 'disinteresse' pesa come un macigno: troppo facile provare rimorso adesso”.
Queste le parole dei familiari del piccolo Mattia Antoniello, del papà Marco e della nonna materna Maria Grazia Zuin, dopo le dichiarazioni di Angelika Hutter, l’automobilista tedesca di 33 anni alla guida dell’Audi A3 che il 6 luglio 2023 ha falciato quasi l'intera famiglia a Santo Stefano di Cadore.
“Sarà la consulenza tecnica disposta dalla Procura di Belluno ad accertare la fondatezza di questa circostanza” premettono Elena Potente e Rocco Antoniello, il fratello di Marco, alludendo alla perizia (senza contraddittorio tra le parti) affidata dal Pubblico Ministero della Procura di Belluno, dott. Simone Marcon, titolare del procedimento penale per triplice omicidio stradale a carico della trentatreenne, all’ingegner Andrea Calzavara per ricostruire la dinamica, le cause e le responsabilità del sinistro: tutti i familiari delle vittime, attraverso l’Area manager Veneto Riccardo Vizzi, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini.
“Ma anche ammesso che la macchina abbia avuto un qualche problema tecnico, non c’è il minimo dubbio che la causa principale della tragedia e delle sue proporzioni sia la velocità tenuta dalla Hutter, che andava quasi al doppio del limite vigente in quel tratto di strada, di 50 chilometri all’ora, com’è stato già ampiamente comprovato, e qui la responsabilità è tutta, solo e indiscutibilmente della conducente” proseguono tuttavia, e obiettano, Elena Potente e Rocco Antoniello.
I quali si dicono anche quanto meno perplessi, se non offesi, in merito ai presunti sentimenti di pentimento e rimorso che oggi la responsabile della strage afferma di provare in carcere, “che contrastano con la condotta tenuta nell’immediatezza dell’incidente dalla donna, che si è letteralmente disinteressata di tutto, chiudendosi nel silenzio, come se nulla fosse accaduto - concludono Elena e Rocco - E’ troppo facile esprimersi così adesso ed è anche irrispettoso nei confronti di persone come noi che abbiamo perso in un istante così tanti affetti, che dobbiamo cercare la forza ogni minuto di ogni giorno per trovare i motivi per andare avanti e a cui nulla e nessuno potranno restituire l’immensità che c’è stata strappata".
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