Il capo dei vigili urbani di Venezia aveva sottolineato come il mestiere non è più attrattivo per il carovita in città
La FP Cgil di Venezia replica alle considerazioni del Comandante della Polizia Locale Marco Agostini il quale rispondendo a delle osservazioni di alcuni consiglieri comunali sul fatto che molti agenti in servizio non conoscono le zone perché non sono veneziani o sono addirittura stranieri (molti ne sono stati assunti di recente) aveva sottolineato come molti veneziani o veneti non facciano più nemmeno i concorsi in quanto il mestiere, a Venezia, non è più attrattivo. Questo per via del carovita in città che mal si concilia con lo stipendio medio di un vigile urbano che si aggira intorno ai 1700-1800 Euro al mese. Pertanto in molti in servizio se ne vanno, scegliendo la mobilità verso altri uffici. “È un paradosso - risponde Paolo D’Agostino per la Segreteria della FP CGIL di Venezia - che un dipendente dell'Anagrafe, che spesso guadagna molto meno di un vigile, possa permettersi di vivere in questa città, magari con famiglia e figli, mentre un giovane assunto nella Polizia Locale non ci riesca. Per quanto la questione abitativa veneziana sia sicuramente un’emergenza, questa lo è per tutti e di certo non per la componente meglio pagata di tutti i servizi a gestione comunale”. "Molti operatori sono assunti tramite Contratto Formazione Lavoro e non è previsto che possano fare riposi nei fine settimana per un anno intero – precisa il sindacalista - per consentire al personale di riposare qualche week-end all’anno. I “vigili” del Comune, infatti, sono a casa con le loro famiglie per meno della metà dei fine settimana disponibili in un anno e riposano mediamente un giorno la settimana, contrariamente a quello che fanno i loro colleghi del Comune di Padova, per fare un esempio Veneto”. Il Comune finora ha pensato a una politica salariale basata esclusivamente sul pagamento dei cosiddetti servizi, ovvero di prestazioni di lavoro eseguite di notte, in eventi che si svolgono la domenica o in giorni festivi o su prestazioni di lavoro più flessibili per risparmiare e garantire uno spettro di servizi essenziali - a detta del Comando". Evidentemente questa scelta non ha pagato nonostante un milione di euro l'anno di salario aggiuntivo dato al Corpo che sarebbe stato comunque destinabile alla produttività di tutto il Comune. Risorse tolte agli altri 2’000 dipendenti del Comune che comunque svolgono ogni giorno prestazioni utili a tutta la cittadinanza. "Fra gli Operatori di Polizia locale c’è un evidente problema di conciliazione di tempi di vita coi tempi di lavoro, che sono ormai totalmente compressi a favore di servizi anche svolti presso altri Comuni - prosegue D’Agostino -. Il Corpo veneziano, infatti, spesso opera per comuni diversi dal comune di Venezia in occasione di alcune manifestazioni tramite convenzioni stipulate tra diverse amministrazioni che ingrassano soltanto il bilancio comunale e complicano l’organizzazione del settore facendo rinunciare a riposi e week-end importanti per le famiglie".
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