Scopri tutti gli eventi
05.04.2024 - 22:20
"La situazione già al limite, rischia di diventare del tutto insostenibile". E' l'allarme lanciato dai dipendenti amministrativi della Procura della Repubblica di Treviso. Al di là dei numeri dei magistrati, è proprio la carenza del resto del personale, secondo gli stessi addetti, a gravare non solo sulle condizioni lavorative, ma anche a mettere a repentaglio la tenuta del servizio garantito alla collettività. Già allo stato attuale l'arretrato ammonta a un paio di mesi e a circa 200 fascicoli, ma è destinato inevitabilmente ad aumentare, con tutte le conseguenze sulla durata dei procedimenti, se non arriveranno rinforzi Nella struttura trevigiana operano 30 dipendenti amministrativi, a fronte dei 42 previsti dalla pianta organica. Sei di loro, peraltro, sono distaccati da altre amministrazioni pubbliche, in virtù di una convenzione tra Ministero della Giustizia e Regione Veneto. E nei prossimi mesi il numero potrebbe assottigliarsi ulteriormente a causa di pensionamenti e richieste di trasferimenti ad altre sedi. Dopo aver proclamato lo stato di agitazione, oggi i rappresentanti dei lavoratori della Procura, con le rsu Emmanuele Viviano e Gabriella Pieretto e Angelo Costanza della Csil Fp Belluno Treviso, hanno incontrato in Prefettura a Treviso il viceprefetto Andrea Celsi e il procuratore capo Marco Martani. Oltre a i ribadire le difficoltà vissute dal personale, hanno presentato tre richieste prioritarie per cercare di arginare la situazione: in primis, il rinnovo della convenzione con la Regione, in scadenza a inizio maggio, proprio per evitare l'ulteriore perdita di risorse umane. Poi, l'allargamento della pianta organica, in modo che una quota maggiore di vincitori di concorso sia assegnata a Treviso. Infine il ricorso a possibilità come lo smart working per rendere più attrattivi gli uffici giudiziari, specie nei confronti dei giovani. Edizione
GIVE EMOTIONS SRL | C.F. e P.IVA 04385760287 REA PD-385156 | Reg. Tribunale di Padova n. 2516