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Colpito dalla gru, muore operaio 68enne

Ivo Bellotto, di Fontanelle, ha perso la vita in un incidente avvenuto in un cantiere a Fiume Veneto, in provincia di Pordenone

Vigilia del Primo maggio funestata dall'ennesimo incidente sul lavoro. A perdere la vita Ivo Bellotto, 68 anni, residente a Lutrano, frazione di Fontanelle. L'uomo, dipendente dell'impresa Biemme costruzioni e scavi, sempre di Fontanelle, era all'opera nel cantiere per alcuni lavori di cui la ditta era incaricata, all'esterno del capannone di un allevamento di animali da cortile, a Fiume Veneto, nel Pordenonese. Secondo le prime ricostruzioni, Bellotto stava scaricando alcuni materiali con una gru, quando è stato colpito dal gancio dello stesso macchinario ed è stato scaraventato a terra da alcuni metri d'altezza. Sul posto è arrivato l'elicottero di Treviso Emergenza, ma per l'operaio non c'era più nulla da fare: il personale sanitario ha solamente potuto constatarne il decesso. Bellotto lascia la moglie e due figli.

Le reazioni dei sindacati

“Le tragedie che si consumano ogni giorno nei nostri cantieri e nei luoghi di lavoro sono inaccettabili - commenta Massimiliano Paglini, segretario generale della Cisl Belluno Treviso - Il lavoro è e deve continuare ad essere uno strumento di vita, non di morte. Anche questo ribadiremo forte nella piazza del Primo Maggio a Monfalcone. Bisogna porsi domande serie sui motivi per cui un lavoratore si debba ritrovare a quasi 69 anni a manovrare una gru: anche se in ottima salute, i riflessi non sono quelli di un giovane e il tema dell’invecchiamento della forza lavoro in Italia e nel Nord Est va affrontato quanto prima con programmazione e visione. Chiediamo da tempo che si riapra il tavolo della previdenza proprio per una riforma strutturale che tuteli maggiormente i lavori usuranti e soprattutto eviti che si debba rimanere al lavoro fino a età come quella del lavoratore deceduto a Fiume Veneto”.

“Il cantiere è un luogo pericoloso, a una certa età non ci si dovrebbe stare - aggiunge Marco Potente, segretario generale della Filca Cisl Belluno Treviso -, quella di martedì è stata anche la prima giornata di vero caldo, una condizione rispetto alla quale prestare grande attenzione perché fattore di rischio importante nei cantieri con l’arrivo dell’estate. Le motivazioni dell’incidente andranno verificate, ma di certo bisogna riaccendere un campanello di allarme su alcuni cruciali fattori di rischio, non solo il caldo ma anche il rispetto di tutte le misure di sicurezza. Come è possibile che un lavoratore che sta manovrando una gru venga colpito dallo stesso macchinario che sta utilizzando?”. Il sindacalista della Federazione delle costruzioni della Cisl invita “i lavoratori a evitare le situazioni di rischio e le aziende a impegnarsi per garantire ai propri dipendenti di operare in condizioni di sicurezza, con macchinari all’avanguardia e manutentati, in osservanza di tutte le misure di sicurezza”. Va ricordato che la Filca ha attivato un numero di telefono (338 5364980) e una pagina all'interno del suo sito a cui poter scrivere e mandare foto in forma anonima delle irregolarità nei luoghi di lavoro.

“Primo Maggio di sangue. Un’altra vittima sul lavoro macchia la festa di domani e consegna a tutti ancora una volta la responsabilità di scendere in piazza, di manifestare, di gridare a gran voce che la sicurezza sul lavoro va garantita a tutti i costi e che non si può, non si deve, perdere più la vita lavorando - nota Mauro Visentin, segretario generale della Cgil di Treviso - Domani, Primo Maggio, saremo tutti e tutte a Monfalcone a celebrare il lavoro, la festa dei lavoratori e delle lavoratrici, a manifestare perché le istituzioni e il mondo produttivo aprano gli occhi e vedano il sangue che scorre senza fermarsi nelle nostre fabbriche, nei nostri campi agricoli, nei nostri cantieri; lì dove troppo spesso non vengono rispettate le regole, non si prendono tutte e più di tutte le misure precauzionali necessarie a garantire la sicurezza, lì dove latitano i controlli puntuali su macchinari e dispositivi di sicurezza, lì dove manca la formazione, lì dove si lavora in situazioni a rischio per la propria salute e quella degli altri”.
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