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Morso da una foca in Sudafrica, a rischio rabbia: appello alla prudenza per i viaggiatori

Raro caso di morso di foca in Sudafrica: attivate misure sanitarie preventive in provincia di Padova dopo il rientro del minore

Foca

Foto d'archivio

Durante una vacanza in Sudafrica, un giovane residente nella provincia di Padova è stato morso da una foca. Al rientro in Italia, è stato sottoposto a profilassi antirabbica dall'Ufficio igiene e sanità pubblica dell'Ulss 6 Euganea.

L'Azienda socio-sanitaria locale, allertata dal Ministero della Salute e dalla Regione Veneto, sta seguendo con estrema attenzione questo caso, particolarmente raro. Nell'ultimo mese, altri due abitanti della provincia di Padova hanno ricevuto la vaccinazione antirabbica a seguito di morsi di cani randagi in aree endemiche di Bali e Bolivia.

I fatti

Il giovane è stato morso dalla foca circa tre settimane fa durante un'escursione in un parco faunistico; nello stesso periodo, sulla costa sudafricana, era stata trovata una foca morta risultata positiva al virus della rabbia. Pertanto, la vicenda è stata affrontata con molta cautela. Attualmente, il giovane è asintomatico. La profilassi d'urgenza post-esposizione, realizzata in collaborazione con il Pronto soccorso dell'Ospedale di Cittadella, prevede la somministrazione del vaccino antirabbico e di immunoglobuline. Questa profilassi è destinata esclusivamente alla persona morsa e consiste in quattro dosi di vaccino in 21 giorni, oltre a una dose iniziale di immunoglobuline.

"Sentiti anche i servizi veterinari, raccomandiamo - sottolinea il dottor Luca Sbrogiò, direttore del Dipartimento di Prevenzione - di non avvicinarsi ad animali sconosciuti, di affidarsi alle guide locali e, in caso di morsicatura, di contattare tempestivamente le autorità sanitarie locali e successivamente l'Igiene pubblica dell'Azienda sanitaria di residenza per avviare o continuare la profilassi".

La rabbia

"La rabbia è una malattia altamente pericolosa, mortale, che non vediamo più da molto tempo nelle nostre latitudini, gli ultimi casi risalgono a una decina d'anni fa. Qual è l'insegnamento? Quando ci si trova in giro per il mondo, in prossimità di animali, le mani vanno tenute in tasca - osserva la dottoressa Lorena Gottardello, responsabile della UOS Malattie infettive e Vaccinazioni del Servizio Igiene e Sanità Pubblica -, soprattutto se si tratta di bambini: non si toccano, non si accarezzano gli animali selvatici, né cani, né scimmie, né volpi, né foche. Cautela e prudenza, per non dover poi agire, bene che vada, di prevenzione".

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