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La Regione autorizza un'iniziativa energetica, accendendo il confronto tra favorevoli e contrari

Autorizzato l'impianto di biometano a Sarzano

La struttura della Apis Ro1 trasformerà ogni anno oltre 73mila tonnellate di scarti agricoli

Un esempio di impianto di produzione di biometano

Un esempio di impianto di produzione di biometano

La Regione Veneto ha recentemente concesso l'autorizzazione unica per la costruzione e l'esercizio di un impianto di produzione di biometano in via Calatafimi, nella frazione di Sarzano, Rovigo. Il progetto è stato presentato dalla Apis Ro1 Società Agricola Srl, con sede legale a Bolzano, costituita circa un anno fa. L'autorizzazione è stata formalizzata con un decreto del direttore dell'Area tutela e sicurezza del territorio della Regione, firmato il 23 dicembre scorso e pubblicato sul bollettino ufficiale regionale il 18 gennaio 2025.

L'impianto sarà progettato per trattare annualmente 73mila tonnellate di diverse matrici organiche, tra cui liquame bovino, letame, liquame suino, pollina di galline ovaiole, lettiere di polli e tacchini da carne, scarti vegetali come mais, grano, sorgo, bucce di patate e scarti di frutta. In particolare, è previsto il trattamento di 20mila tonnellate di liquame bovino, 15mila di letame, mille di liquame suino, 11mila di pollina e 5mila di lettiere, insieme ad altri scarti vegetali e residui agricoli. Il processo di fermentazione anaerobica consentirà la produzione di biogas grezzo, con una stima di 1.295,2 metri cubi all'ora. Questo biogas sarà in parte utilizzato per l'autoconsumo energetico dell'impianto tramite un cogeneratore da 635 kW e in parte purificato per ottenere biometano, con una produzione prevista di 500 metri cubi all'ora. L'investimento complessivo stimato è di circa 19,8 milioni di euro, Iva esclusa.

La notizia dell'autorizzazione ha suscitato diverse reazioni a livello locale. Tra i più critici si sono espressi i consiglieri comunali del Partito Democratico, Diego Crivellari e Palmiro Franco Tosini. L'ex deputato dem ha sottolineato l'importanza di pianificare lo sviluppo del territorio in modo equilibrato, evidenziando i rischi di un approccio poco trasparente. “È fondamentale - ha dichiarato - che i cittadini siano informati e coinvolti nel processo decisionale, soprattutto quando si tratta di progetti che possono avere impatti rilevanti sull'ambiente e sulla qualità della vita”. Tosini ha aggiunto che è necessario valutare attentamente i benefici reali per la comunità, sottolineando come progetti di questo tipo debbano essere accompagnati da misure di compensazione adeguate e da un monitoraggio costante.

Da parte dell’amministrazione comunale, il vicesindaco Andrea Bimbatti ha dichiarato che l'impianto non avrà impatti negativi sulla città e che saranno previste opere di compensazione a beneficio della comunità locale. Il numero due di Palazzo Nodari ha evidenziato come la produzione di biometano rappresenti un passo importante verso la sostenibilità energetica, contribuendo alla transizione ecologica. Tuttavia, ha ribadito che le attività di controllo e monitoraggio saranno essenziali per garantire il rispetto degli standard ambientali e per mitigare eventuali criticità. “L’amministrazione - ha precisato - sta lavorando per assicurare un dialogo costruttivo con i cittadini, promuovendo un approccio trasparente e partecipativo”.

Questo nuovo impianto si inserisce in un contesto più ampio di sviluppo di infrastrutture per la produzione di gas rinnovabili nella provincia di Rovigo. Secondo recenti dati, sono almeno una cinquantina gli impianti di questo tipo già operativi o in fase di autorizzazione nel Polesine, con una potenza nominale complessiva di oltre 20 Megawatt equivalenti. La proliferazione di tali impianti solleva interrogativi sulla sostenibilità ambientale e sulla pianificazione territoriale, evidenziando la necessità di un equilibrio tra sviluppo energetico e tutela del territorio.

Giacomo Capovilla

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