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Addio a don Diego Carretta, per 20 anni guida della parrocchia di San Giorgio in Brenta

Dalla fabbrica all’altare, sempre vicino alla sua gente: il ricordo commosso di una comunità che l’ha amato profondamente

Addio a don Diego Carretta, per 20 anni guida della parrocchia di San Giorgio in Brenta

Don Diego Carretta

Un operaio diventato prete, che ha lasciato un segno indelebile nella comunità. La chiesa di San Giorgio in Brenta il 3 aprile scorso era gremita e sembrava davvero troppo piccola per contenere affetto e riconoscenza. Oltre mille persone si sono strette in un abbraccio intenso per salutare don Diego Carretta, il parroco che per 20 anni è stato guida, amico, confidente. Aveva 83 anni e fino all’ultimo giorno ha saputo esserci, con gesti e parole sincere, profonde, di verità e tenerezza. “Tosi, ricordeve de voerve ben” diceva ai giovani, con un affetto vero, umanissimo, lui che era stato operaio e in fabbrica aveva maturato la sua vocazione. Nel suo testamento spirituale, ripreso dal vescovo emerito monsignor Beniamino Pizziol durante la celebrazione, ha raccontato del suo “abbandonarsi” a Dio e ha fatto propria una frase di don Lorenzo Milani: “Ho voluto più bene a voi – ragazzi – che a Dio, ma ho speranza che lui non stia attento a queste sottigliezze”. Un amore concreto, fatto di gesti umili, di mani tese, di sorrisi donati senza riserve. Le testimonianze si sono susseguite, intrecciando ricordi e gratitudine. I catechisti, i cantori, gli insegnanti, il gruppo missionario, chi puliva la chiesa e chi organizzava la pesca di beneficenza: tutti hanno sentito di aver perso una guida, un uomo che con pochi gesti sapeva illuminare le strade più buie. E tra i sacerdoti presenti, anche don Paolo Allegro, il giovane che proprio don Diego ha accompagnato sulla via del sacerdozio, con la soddisfazione di un padre che vede il proprio figlio spiccare il volo. Il sindaco Alberto Trento, con la fascia tricolore, ha parlato di un uomo semplice e straordinario, un prete che sapeva stare tra la gente, che sapeva essere casa, in un intreccio di profondità e tenerezza. L’assemblea ha dedicato un applauso scrosciante anche a Italo De Marchi, l’amico fraterno che ha seguito don Diego nella sua pastorale, fatta di relazioni, di presenza intelligente e mai banale, di gite e ascolto liberante. 

Silvia Bergamin 

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