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Il Comune di Monselice ci riprova: bando nazionale per ridare vita all'ostello del Cinquecento

Ostello cinquecentesco chiuso da quattro anni: il Comune punta a 500 mila euro dal Fondo Unico Nazionale Turismo per ristrutturare impianti, migliorare l'efficienza energetica e attrarre un nuovo gestore.

Ostello nuovo 1

Foto di repertorio

L’ostello cerca ancora un gestore. A quattro anni dalla sua chiusura nessuna ristrutturazione è stata avviata e le porte restano ancora chiuse. L’amministrazione comunale, però, non intende arrendersi e questa volta ha deciso di tentare la carta di un bando nazionale, nella speranza di reperire i fondi necessari a ridare nuova vita alla struttura ricettiva di via Santo Stefano. Nell’autunno scorso era stata indetta una manifestazione di interesse per individuare un gestore, ma l’iniziativa era andata deserta: i costi di messa in sicurezza risultavano troppo onerosi. Prima ancora si era valutata la possibilità di trasformare l’ostello in un hotel a tre stelle, con tanto di studio di fattibilità e un primo interessamento dei privati, che però avevano fatto un passo indietro. Si tratta di un edificio del Cinquecento, situato sul colle della Rocca, articolato su tre piani con un giardino in parte terrazzato. Attualmente la struttura conta circa cento posti letto suddivisi in 19 camere, oltre a sale comuni, reception e una sala colazioni. Negli anni aveva saputo farsi apprezzare come uno degli ostelli più belli e funzionali del Veneto, accogliente e frequentato da turisti e gruppi giovanili. Le condizioni sempre più precarie però avevano spinto il Comune a chiudere la struttura al termine del contratto di appalto con la cooperativa “Terra di Mezzo” e dando il via a studi preliminari per la ristrutturazione. Ora l’amministrazione ci riprova. «Abbiamo presentato un progetto di circa 700 mila euro chiedendo un contributo di 500 mila» spiega l’amministrazione «perché l’ostello presenta problemi impiantistici, di sicurezza e richiede il rifacimento degli impianti elettrici e idraulici, l’introduzione di sistemi di domotica e alcuni interventi strutturali indispensabili. Solo così potrà diventare attrattivo per un gestore. Servono lavori per ottimizzare i consumi energetici, che oggi sarebbero insostenibili. Inoltre, l’ostello non dispone di una cucina e le camere sono troppo grandi, quindi poco funzionali all’utilizzo. Con questo progetto chiediamo al Fondo Unico Nazionale Turismo un sostegno che possa rendere la struttura più moderna e competitiva».

Giada Zandonà

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