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Un ponte tra le due iconiche città

Per il Giubileo due gondole veneziane solcano il Tevere a Roma

A promuovere l'evento Confcooperative Lavoro e Servizi e il Consorzio Gondolieri di Venezia

Riccardo Musacco

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riccardo.musacco@lapiazzaweb.it

23.10.2025 - 21:38

Per il Giubileo due gondole veneziane solcano il Tevere a Roma

Per la prima volta nella storia, due gondole veneziane hanno solcato il Tevere, portando nel cuore di Roma la tradizione millenaria della Serenissima e intrecciandola con il clima del Giubileo. Una scena inedita: il ferro di prua riflesso nell’acqua, la forcola che scandisce la vogata, i ponti della capitale a fare da quinta. A promuovere l’evento Confcooperative Lavoro e Servizi e il Consorzio Gondolieri di Venezia, che associa oltre 440 professionisti di un mestiere unico al mondo.  L’approdo al Circolo Ufficiali della Marina Militare “Caio Duilio”, sul Lungotevere Flaminio, ha trasformato l’iniziativa in un piccolo rito civile: istituzioni, cittadini e pellegrini hanno salutato un ponte simbolico tra due città iconiche. “Cooperazione e comunità, ma anche il ruolo imprenditoriale e culturale dei gondolieri”, ha sottolineato la parlamentare veneta Martina Semenzato di Coraggio Italia, presente all’iniziativa. La deputata ha ricordato l’adesione dei gondolieri, lo scorso novembre, alla campagna contro la violenza di genere “Noi ci mettiamo la faccia, non le mani”, da lei promossa come presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio: “Un esempio di come una figura istituzionale e una tradizione locale possano unirsi per una causa sociale”. “L’idea è nata quasi per caso, da un incontro di lavoro a Roma con Confcooperative”, racconta Aldo Reato, già presidente dell’associazione Gondolieri e consigliere comunale delegato alla valorizzazione della gondola. “Volevamo far conoscere la gondola anche fuori dalla Laguna e usare l’acqua come simbolo di unione tra territori: grazie a Confcooperative questo sogno si è fatto realtà”. Nel solco del Giubileo, la remata lenta sul Tevere diventa così racconto di un Paese che sa fare sistema: impresa e cultura, lavoro e identità. Non semplice folklore, ma una prova concreta di cooperazione che, nel rispetto delle regole di navigazione e delle autorità competenti, mostra come tradizione e innovazione possano viaggiare sulla stessa barca.

Per la prima volta nella storia, due gondole veneziane hanno solcato il Tevere, portando nel cuore di Roma la tradizione millenaria della Serenissima e intrecciandola con il clima del Giubileo. Una scena inedita: il ferro di prua riflesso nell’acqua, la forcola che scandisce la vogata, i ponti della capitale a fare da quinta. A promuovere l’evento Confcooperative Lavoro e Servizi e il Consorzio Gondolieri di Venezia, che associa oltre 440 professionisti di un mestiere unico al mondo.

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L’approdo al Circolo Ufficiali della Marina Militare “Caio Duilio”, sul Lungotevere Flaminio, ha trasformato l’iniziativa in un piccolo rito civile: istituzioni, cittadini e pellegrini hanno salutato un ponte simbolico tra due città iconiche. “Cooperazione e comunità, ma anche il ruolo imprenditoriale e culturale dei gondolieri”, ha sottolineato la parlamentare veneta Martina Semenzato di Coraggio Italia, presente all’iniziativa. La deputata ha ricordato l’adesione dei gondolieri, lo scorso novembre, alla campagna contro la violenza di genere “Noi ci mettiamo la faccia, non le mani”, da lei promossa come presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio: “Un esempio di come una figura istituzionale e una tradizione locale possano unirsi per una causa sociale”.

“L’idea è nata quasi per caso, da un incontro di lavoro a Roma con Confcooperative”, racconta Aldo Reato, già presidente dell’associazione Gondolieri e consigliere comunale delegato alla valorizzazione della gondola. “Volevamo far conoscere la gondola anche fuori dalla Laguna e usare l’acqua come simbolo di unione tra territori: grazie a Confcooperative questo sogno si è fatto realtà”. Nel solco del Giubileo, la remata lenta sul Tevere diventa così racconto di un Paese che sa fare sistema: impresa e cultura, lavoro e identità. Non semplice folklore, ma una prova concreta di cooperazione che, nel rispetto delle regole di navigazione e delle autorità competenti, mostra come tradizione e innovazione possano viaggiare "sulla stessa barca".