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Il dg dell'Ulss 2 Marca Trevigiana e al fondatore del CUAMM
23.10.2025 - 21:59
Nella giornata di ieri, 22 ottobre, Monastier ha ospitato la consegna del Premio Internazionale Giovanni Paolo II, attribuito a Francesco Benazzi, direttore generale dell’ULSS 2 Marca Trevigiana, e a don Dante Carraro, direttore del CUAMM, Medici con l’Africa. Il riconoscimento dell’associazione socioculturale a indirizzo artistico Aglaia di Scafati (SA), con il patrocinio dell’Unci di Treviso, Udine e Roma, premia «la tutela e la promozione della Sacralità della Vita in armonia con i principi cristiani».
La cerimonia si è svolta al Centro Servizi “Villa delle Magnolie”, guidata dal commendatore Gianni Bordin, presidente Unci Treviso e organizzatore dell’evento. In sala numerosi medici dell’ospedale di Treviso e del Cuamm, accanto al sindaco di Monastier, Paola Moro, e ai rappresentanti delle istituzioni ospitanti: il Presidio Ospedaliero “Giovanni XXIII” e la stessa Villa delle Magnolie. Presenti l’AD cav. Gabriele Geretto, il presidente Massimo Calvani, la direttrice sanitaria dott.ssa Maria Giuseppina Bonavina, il direttore del Centro Servizi dott. Flavio Ogniben e la fondatrice Manuela Calvani, vicepresidente di Around Us Onlus, che ha patrocinato l’evento.
Nel ventennale della manifestazione, il premio ha confermato respiro nazionale e internazionale. Istituito in memoria di san Giovanni Paolo II, nel tempo ha annoverato figure eccellenti: tra i premiati del passato, Benedetto XVI e papa Francesco, incontrati in udienza privata nel 2007 e nel 2018.
L’apertura è stata affidata alla Santa Messa presieduta da don Carraro e concelebrata con mons. Luigi Dal Bello, parroco di Monastier, il vescovo emerito di Belluno-Feltre mons. Giuseppe Andrich, don Renato Gazzola, padre Peter Popoola (Nigeria) e padre Maurizio Boa, missionario di Around Us Onlus in Sierra Leone. Poi i saluti di Bordin e la consegna dei riconoscimenti.
A Benazzi, medico specialista in Igiene e Medicina preventiva e già ai vertici di diverse ULSS venete, la motivazione richiama una carriera «sostenuta dalla vocazione verso la medicina e da una cura incondizionata del prossimo», il ruolo «in trincea durante la pandemia» e l’impegno oltre i confini: nel 2011, con il Progetto Progress, la realizzazione dell’ospedale dedicato a santa Bakhita a Natitingou, in Benin.
A don Dante Carraro, cardiochirurgo al servizio dell’Africa e dal 2008 alla guida del Cuamm, è stato riconosciuto uno stile di vita che unisce ministero e clinica: «medico e prete felice: l’Africa è come una figlia», impegnato a «curare le popolazioni più povere» e a sostenere, sull’ispirazione di Martin Luther King, la dignità dei giovani africani in otto Paesi dove l’organizzazione opera da settant’anni.
Un terzo premio è stato assegnato al prof. dr. Thomas Hong-Soon Han, economista sudcoreano ed ex ambasciatore di Seul presso la Santa Sede (2010-2013).
Serata sobria e partecipata, che ha intrecciato memoria e futuro, restituendo alla Marca l’immagine di una comunità che riconosce il valore del servizio, dal territorio alle periferie del mondo.
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