Stival ricostruisce la vita dell’amato parente attraverso aneddoti e momenti di vita. E in questi i tanti insegnamenti ricevuti per affrontare un confuso presente
Gianluca Stival
Gianluca Stival, giovane scrittore veneziano, nel 2019 ha pubblicato il suo ultimo libro: Scriverò di te. È una raccolta di racconti dove sono riuniti tutti gli aneddoti e i momenti di vita che hanno visto come protagonista suo nonno Mario.
Gianluca, chi è stato tuo nonno Mario e cos’ha significato per te?
“Per me mio nonno è sempre stato molto importante e ha rappresentato una figura decisamente essenziale per la mia crescita. Per arrivare a scrivere “Scriverò di te” l’ho registrato per una decina di ore e quando mi parlava di tutti gli aneddoti della sua vita nelle sue parole c’erano sempre tanta umiltà e semplicità. L’insegnamento più grande che ho ricevuto in questi anni e durante tutto il processo creativo riguarda il rispetto verso gli altri, l’ascolto ma soprattutto la serietà nel lavoro. “In ogni lavoro che farai mettici testa, cuore e umiltà” mi ha sempre ripetuto. Per me scoprire la sua storia e immergermici così a fondo è stata una boccata di vita.”
Quand’è nata in te l’idea di riunire i tasselli della sua storia?
“L’idea nacque durante un pranzo di due anni fa in cui un amico storico di mio nonno gli chiese: ‘Perché non raccogli tutti gli episodi più importanti in un libro?’. Da lì partì tutto, mio nonno mi chiese se avessi voglia di cimentarmi in questo esperimento: iniziai a registrarlo, raccolsi i suoi appunti e mi misi a trovare le sue foto più belle dagli scatoloni dove teneva i ricordi dei viaggi. Dopo cinque-sei mesi di registrazioni, iniziai a “sbobinare” le ore in cui mi raccontava del suo lavoro, dei suoi viaggi, dei numerosissimi amori in gioventù e dei pensieri su vari temi attuali”.
Ciò che viene raccontato in Scriverò di te non è un semplice ricordo, un affetto, ma molto di più. Sembra quasi una guida per questo confuso presente.
“Le chiavi di lettura infatti sono volutamente due: da una parte quella di mio nonno Mario che racconta la sua vita con episodi divertenti, precisi e molto personali e dall’altro quella dello sguardo di ogni lettore che può immedesimarsi ed entrare nella storia senza necessariamente conoscerlo. Ci sono dettagli e riflessioni in cui ciascun lettore può rivedersi: per me era importante che da questo libro uscisse anche uno sguardo universale. Uno dei racconti che mi piace sempre rileggere riguarda un viaggio in Cina tra gli anni ’80 e ’90. Racconta: ‘La Cina fu uno dei Paesi dove riconobbi il rispetto della gente, l’umiltà, la generosità degli anziani pensionati che accompagnavano bambini e altri anziani al di là delle strade, sempre estremamente pulite e percorse da centinaia di biciclette. Ho visitato il mausoleo di Mao Tse-tung in piazza Tienanmen dopo quasi due chilometri di coda, poderi agricoli, raccolte del tè di 43 tipi e case coloniche […]. Con meraviglia vidi nel focolaio una fiammella sotto la pentola che riscaldava l’acqua, così vidi il mio primo biogas’.”
La scelta stilistica e formale del racconto a cos’è dovuta? Perché non un romanzo?
“Insieme alla editor che ha seguito tutto il lavoro abbiamo deciso di pubblicare una raccolta di racconti per dare la stessa importanza ad ogni episodio e per evitare che alcuni aneddoti andassero persi man mano: in ogni facciata c’è un racconto e il libro è diviso in quattro fasi. Si parte dalla giovinezza per poi spostarsi all’età adulta, ai viaggi ed infine alle riflessioni sul mondo contemporaneo. In mezzo al libro ci sono anche diverse facciate con foto d’epoca a colori e, dopo l’ultimo capitolo, abbiamo voluto inserire degli scanner con degli appunti scritti a mano. Pochi mesi fa è uscito anche “Scriverò di te” in audiolibro su Audible: è stato il regalo per i novant’anni di mio nonno. Ho voluto omaggiare una persona che mi ha sempre dimostrato grande affetto e che mi ha trasmesso molti valori.” Samuele Contiero
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter