Cia Venezia ha ultimato le verifiche sui danni in campagna. La presidente Senno: "Servono investimenti per la gestione della risorsa idrica"
Dopo il maltempo dei giorni scorsi, nel Veneto orientale sono iniziate le operazioni di rimozione del materiale spiaggiato, portato in gran quantità dalle mareggiate. Intanto è già programmato per i prossimi giorni un vertice tra tecnici di Veneto e Friuli per studiare gli interventi da attuare per la messa in sicurezza dei fiumi Livenza e Tagliamento. Dopo il maltempo portato dalla tempesta Ciaran, si sono mosse anche le organizzazioni agricoli. Cia Venezia ha completato da poco la verifica dei danni con i responsabili di zona in tutto il territorio. “Il passaggio della tempesta Ciaran ha provocato danni importanti, ma tutto sommato contenuti nella nostra provincia. Ma ha sicuramente riportato all’attenzione dell’opinione pubblica l’importanza di programmazione e investimenti per la gestione della risorsa idrica”, commenta Federica Senno, presidente di Cia Venezia. “La temuta piena del Tagliamento, transitata al ponte tra San Michele al Tagliamento e Latisana, ha messo a dura prova le opere di bonifica della parte orientale del comprensorio", prosegue Senno, "La foce del canale scolmatore Cavrato si è dimostrata ancora una volta insufficiente per scaricare a mare le portate di piena derivate dal Tagliamento, nonostante il picco di alta marea (+110 cm) non fosse eccezionale, mettendo così in crisi l’intero sistema della laguna di Caorle e comportando sovralzi nelle quote idrometriche di tutti i canali che vi afferiscono, tali da provocare tracimazioni a San Michele al Tagliamento, Brussa e Villa nel Comune di Caorle. La rotta sul canale Taglio ha messo in seria difficoltà l’intero Settimo bacino, un’area agricola di 750 ettari dove quattro famiglie che vi risiedono hanno dovuto essere evacuate”.
Cia Venezia chiede interventi urgenti per la gestione idrica del territorio
Federica Senno, presidente di Cia Venezia
Situazione seria ma che poteva essere disastrosa, come purtroppo è accaduto in Toscana. Per Cia Venezia quanto accaduto è un’occasione per ribadire la necessità di intervenire, perché eventi violenti come questo, provocati dai cambiamenti climatici, saranno sempre più frequenti. "Nel piano che abbiamo inviato all’inizio dell’anno al Comune di Venezia e a tutti i comuni della Città Metropolitana, abbiamo individuato almeno quattro priorità che riguardano proprio questa problematica", prosegue Senno, "Abbiamo chiesto di individuare le risorse per migliorare l’efficienza della rete idrica, sul fronte dell’intercettazione e captazione delle acque piovane e delle acque freatiche, anche attraverso lo studio di interventi di piccole dimensioni a livello locale o aziendale in grado di aumentare la capacità di accumulo; inoltre abbiamo proposto di predisporre un piano di opere utili all’immagazzinamento idrico da fonte naturale (invasi) e al contempo utilizzare i bacini di cava dismessi già presenti sui nostri territori per incrementare la dotazione disponibile d’acqua”. Anche se riferita ad un’altra area della provincia rispetto a quella più colpita in questo frangente, per Cia Venezia è necessaria la realizzazione dell’Idrovia Padova-Mare, in grado di immagazzinare fino a 10 milioni di metri cubi di acqua di piena come riserva per uso irriguo. “Infine – aggiunge la presidente Senno – riteniamo non più rinviabile la necessità di avviare un processo di profonda revisione dei Piani delle Acque comunali, che modifichi la prospettiva di stesura volta non più solo a mettere in primo piano la criticità del dissesto idrogeologico, ma anche lo stoccaggio e la gestione delle acque”.“Servono progetti e risorse – conclude la presidente di Cia Venezia – da attuarsi in tempi ragionevoli: non possiamo permetterci di tergiversare, di rimandare decisioni così urgenti. Questa volta siamo stati “graziati”, ma abbiamo tutti la responsabilità di intervenire, ognuno per la propria parte. Noi, come sempre, siamo pronti a fornire tutto il nostro supporto, la nostra conoscenza del territorio e il nostro impegno”.
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