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Le canoe per rimuovere i rifiuti galleggianti dal Sile

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Si estende fino a Quarto d'Altino e Portegrandi il servizio di pulizia assicurato dai volontari in canoa sul fiume Sile

Canoe per ripulire il Sile dai rifiuti galleggianti. Il Consiglio comunale di Quarto d'Altino ha approvato all’unanimità l’addendum con cui si unisce all’intesa, che coinvolge numerosi Comuni del tratto trevigiano del Sile, per le attività di raccolta e gestione dei rifiuti galleggianti sul fiume. In base all’accordo, che ha una durata decennale, le attività di pulizia con l’impiego di canoe, oppure veicoli preferibilmente non a motore, saranno estese anche al tratto di fiume da Quarto fino alla conca di Portegrandi. «Ci siamo sentiti in dovere», ha spiegato il sindaco Claudio Grosso, «di far parte di questa cordata di Comuni ed enti, che contribuiscono a tenere pulito il Sile, con una corretta gestione dei rifiuti che altrimenti finirebbero in laguna e poi in mare. Un esempio di cooperazione tra vari soggetti, perché il Sile è un bene di tutti e una risorsa sul piano paesaggistico». Quest’intesa, insieme a un’analoga esistente nel rodigino, è stata inserita come esempio virtuoso di cooperazione interprovinciale e inter bacino, nel nuovo Piano regionale dei rifiuti.

Canoe per la pulizia del Sile, il servizio attivo dal 2015 nel trevigiano

Claudio Grosso, sindaco di Quarto d'Altino
È dal 2015 che Contarina si avvale dell’associazione Open Canoe Open Mind per quest’attività. La strada trae origine dal percorso che ha portato nei mesi scorsi alla riattivazione dello sgrigliatore all’altezza della centrale idroelettrica di Silea. Inizialmente il Comune di Quarto non aveva aderito. «Non perché l’iniziativa non fosse valida», ha ricordato Grosso, «ma perché chiedevo che anche a Quarto fosse garantita la pulizia del fiume». Nonostante lo sgrigliatore, infatti, a Quarto i rifiuti continuavano ad arrivare, visto che nel tratto da Silea verso valle vi sono altri affluenti e altri territori interessati da sversamenti. Adesso si è arrivati all’intesa su cui deciso è stato il lavoro fatto dai Consigli di bacino Priula e Venezia Ambiente. L’addendum è stato già approvato all’unanimità anche dall’assemblea di bacino.
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