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La grande fuga: a Venezia dagli anni Ottanta persi due giovani su tre

Report della Fondazione Pellicani, percentuale di nascite più che dimezzata e rapporto tra over 70 e under 14 arrivato a tre a uno

Venezia in crisi di abitanti. Si sapeva, naturalmente, ma ora la fuga riguarda anche studenti e lavoratori. A confermarlo, il report della Fondazione Pellicani che dà la colpa principalmente a lavori poco qualificati nel turismo. I dati sono chiari: se partiamo dagli anni Ottanta il centro storico ha già perso due giovani su tre, con una percentuale di nascite più che dimezzata e il rapporto tra anziani/over 70 e under 14 arrivato a tre a uno. Ci nasce il 6o per cento di bambini in meno ed è più che triplicata la presenza di ultrasessantacinquenni rispetto agli under 14. Non meno bene se si guarda ai dati lavorativi, dove gli unici posti sembrano essere in hotel e ristorazione, ma spesso a quelli che sono considerati i “livelli bassi” (facchini, lavapiatti…) con scarsità completa di occupazione “intellettuale”. Il focus della fondazione Pellicani ha un nome preciso: “Venezia, come stai?”, e una risposta altrettanto netta che purtroppo potrebbe essere in sintesi “Male, grazie”. Venezia in pratica non è più una città adatta agli under 40 anni, con in poco meno di dieci anni una occupazione che ha perso due posti di lavoro su tre. Il primo focus su giovani, base sociale e mercato del lavoro realizzato dalla Fondazione Gianni Pellicani nell'ambito del progetto Ri-Pensare Venezia coordinato da Maurizio Busacca, docente di Ca' Foscari, ha elaborato i dati di demografia e occupazione di Istat e Veneto Lavoro per preparare un convegno pubblico per il 2 marzo 2024 dove stakeholder, esperti e amministratori porteranno un ulteriore contributo al percorso. “È un dato – spiegano dalla fondazione – legato anche all'offerta occupazionale poco attrattiva e concentrata nel mondo del turismo che richiede figure professionali non altamente qualificate e relega i lavoratori a occupazioni precarie e sottopagate. Le agenzie interinali sono in testa per assunzioni, seguite da alberghi e ristorazione. Negli ultimi quarant’anni, dei 86.234 abitanti persi nel Veneziano, 57.046 sono della città storica e del litorale e il 90 per cento è under 50”. La causa? Per la fondazione appare ben chiara: “Se da una parte, per trasferirsi o restare a Venezia, i ragazzi di oggi fanno i conti con un turismo forsennato che vanta più posti letto di quanti siano i residenti, dall'altra combattono un caro vita e difficoltà logistiche tipicamente veneziane a cui cercano soluzione svariate categorie di lavoratori, da ultimi i sanitari e gli operatori della giustizia. Quello da invertire è l'esodo dei venti e quarantacinquenni, linfa vitale della città che potrebbe contribuire allo sviluppo sociale, culturale ed economico”. Massimo Tonizzo
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