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Moretti (Pd): “La maggioranza di Zaia non c’è più”

Moretti (Pd): “La maggioranza di Zaia non c’è più”

“La maggioranza che governa la Regione non c’è più. E si sta sfaldando abbastanza velocemente anche il consenso politico del presidente regionale”. Intervista all’eurodeputata del Pd Alessandra Moretti.

Moretti, la maggioranza in Veneto è sfaldata ? “Il voto dell'altro giorno sul fine vita manifesta una profonda difficoltà all'interno del centrodestra all'interno della Lega. Dimostra che gli unici motivi per cui l'attuale maggioranza resta unita riguardano la gestione del potere, in quanto si vede plasticamente come quella maggioranza che aveva sostenuto lo stesso Zaia tre anni fa, oggi non ci sia più”. Da Bruxelles come vede la questione dell'autonomia regionale? “C'è un problema gigante: finché non vengono approvati dei livelli essenziali e degli standard che possano garantire a tutti i cittadini adeguata assistenza, soprattutto per quanto riguarda la sanità, è impossibile fare un discorso e un ragionamento serio su questo tema. Perché rischia, così come è scritta, di creare delle profonde fratture, delle grandi discriminazioni tra cittadini italiani. E siccome la sanità in particolare versa, anche nella nostra regione, in una condizione di grave difficoltà, è chiaro che questa autonomia – così come è scritta dalla maggioranza, andrebbe a rafforzare queste forme di discriminazione e disuguaglianza”. Mancano meno di cinque mesi alle elezioni europee, lei si ricandida? “Io mi ricandido, poi la scelta definitiva sarà il mio partito. Ho fatto un mandato in Europa, ho lavorato su temi importanti e rilevanti e mi piacerebbe continuare il mio lavoro. Stare in Europa significa lavorare su delle questioni molto complicate, poiché l’Europa ormai incide su più dell'80% delle scelte che si prendono a livello nazionale. Quindi noi abbiamo bisogno di mandare in Europa persone che sono in grado di impegnarsi nel difendere gli interessi nazionali. E questa è una grandissima sfida e serve una classe dirigente all’altezza”. A proposito di candidature per le europee, lei come valuta quelle dei segretari di partito? “Io credo che stia ai leader, insieme agli organismi di , prendere queste decisioni. Non mi piace la personalizzazione, perché a differenza del Movimento Cinque Stelle, a differenza di Fratelli d'Italia, per esempio, il Partito Democratico ha una classe dirigente molto preparata e quindi noi vorremmo che le elezioni europee non fossero una battaglia tra leader, ma una battaglia di idee, di contenuti. E anche che vedano protagonisti i diretti interessati, quelli cioè che poi a Bruxelles ci vanno e ci restano. Ecco, quindi sarebbe sbagliata, a mio avviso, una personalizzazione troppo evidente, anche perché non ha mai portato troppo lontano. Mi piacerebbe che sulle europee si iniziasse a discutere veramente di contenuti e di politica, perché i cittadini hanno il diritto di conoscere bene la nostra idea di Europa”.    
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