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Crisi penitenziaria

Suicidio in carcere, indagini in corso. Il PD chiede un'ispezione più approfondita

Il ministero della Giustizia interviene sul caso di Venezia: presidi attivi e nuove misure contro sovraffollamento. Il PD denuncia criticità gravi

Suicidio in carcere, indagini in corso. Il PD chiede un'ispezione più approfondita

Viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto

Venezia – Dopo l'ennesimo suicidio avvenuto nel carcere di Santa Maria Maggiore, il dibattito sulle condizioni delle strutture carcerarie in Italia si riaccende. Il caso, sollevato dal Partito Democratico in Senato, mette in luce i problemi di sovraffollamento e le carenze strutturali che affliggono l'istituto penitenziario veneziano. Il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha confermato che sono ancora in corso le indagini interne e che il Ministero sta adottando misure per affrontare la crisi.

L'indagine è stata avviata parallelamente a quella dell'autorità giudiziaria. Secondo Sisto, il Provveditorato regionale di Padova sta conducendo le ispezioni per verificare cosa sia accaduto durante il periodo di detenzione della vittima, in attesa di conoscere i risultati. Tuttavia, le problematiche non si fermano a questo singolo episodio: nel 2023, solo nelle carceri del Triveneto, si sono registrati otto suicidi, due dei quali proprio a Santa Maria Maggiore.

Il ministero ha potenziato l'assistenza psicologica nei penitenziari attraverso l'implementazione di progetti specifici e fondi destinati all'aumento di personale qualificato. È inoltre in corso un dialogo costante con la Conferenza Stato-Regioni per rafforzare le misure sanitarie a sostegno dei detenuti.

Sovraffollamento e carenze strutturali

Uno dei principali problemi denunciati è il sovraffollamento della struttura: attualmente, il carcere di Santa Maria Maggiore ospita 258 detenuti, contro una capienza prevista di 159 posti. Per affrontare questa emergenza, sono state avviate procedure di riequilibrio e provvedimenti "deflattivi", mirati a ridurre la pressione carceraria nelle strutture più congestionate del Triveneto.

Nonostante le difficoltà, Sisto ha assicurato che il carcere di Venezia è dotato dei "presidi fondamentali" per l'assistenza sanitaria: sono presenti servizi di dermatologia, odontoiatria, psichiatria e un presidio per tossicodipendenti. Tuttavia, il personale rimane insufficiente. Mancano 32 agenti di polizia penitenziaria rispetto all'organico previsto, e nonostante qualche recente rinforzo, la situazione è ancora critica.

Il PD chiede nuove ispezioni

Andrea Martella, segretario veneto del PD, ha duramente criticato lo stato delle carceri della regione, sottolineando che le condizioni a Santa Maria Maggiore sono "drammatiche". In particolare, la struttura soffre per la mancanza di mediatori culturali, nonostante la presenza di una popolazione detenuta composta al 60% da stranieri. Martella ha evidenziato anche l'assenza di spazi dedicati ai culti religiosi diversi da quello cattolico e la mancanza di opportunità lavorative per la maggioranza dei detenuti.

Il PD ha annunciato che nei prossimi giorni effettuerà una nuova visita ispettiva nella struttura veneziana, con l'obiettivo di chiedere interventi urgenti per migliorare le condizioni di vita dei detenuti e degli operatori, e di garantire maggiori diritti e tutele per tutti coloro che vivono e lavorano nel carcere.

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