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Allarme dall'Europa

Diga sul Vanoi: arriva il monito da Bruxelles

La Commissione Europea: «Valutare alternative alla diga per proteggere il torrente naturale»

Il torrente Vanoi, foto da Facebook

Il torrente Vanoi, foto da Facebook

La Commissione Europea lancia un avvertimento sull'impatto del progetto del serbatoio sul torrente Vanoi, classificato come "naturale". Secondo Maroš Šefčovič, Vicepresidente Esecutivo della Commissione, «non si può escludere che il progetto, se realizzato, avrà un impatto negativo sul deflusso del fiume». La risposta, arrivata a novembre 2024, fa seguito alla denuncia inviata a luglio da Cristina Guarda, eurodeputata del gruppo Verdi/ALE.

«Si è trattato del mio primo atto da parlamentare europea», dichiara Guarda. Al centro del dibattito ci sono i nuovi studi autorizzati dal Consorzio Brenta, che Guarda definisce «privi di legittimità politica e poco eleganti verso la nuova governance». La deputata sottolinea l'importanza di alternative sostenibili e ribadisce: «La Commissione ha confermato la necessità di analizzare tutte le possibilità, utilizzando modelli idrologici solidi e validati».

Dalla risposta ufficiale della Commissione emergono quattro condizioni necessarie per l'approvazione di un progetto che potrebbe deteriorare lo stato del corpo idrico:

  1. Riduzione dell'impatto negativo con misure preventive.
  2. Motivazioni chiare nel piano di gestione del bacino idrografico e una revisione periodica ogni sei anni.
  3. Interesse pubblico prioritario, con vantaggi superiori agli obiettivi ambientali.
  4. Valutazione delle alternative: il progetto deve essere l'opzione migliore in termini ambientali, tecnicamente fattibile e meno costosa rispetto ad altre soluzioni.

«In pratica», spiega Guarda, «se esistono alternative più sostenibili ed economiche, vanno preferite. La diga è una soluzione costosa, lunga da realizzare e dannosa per l’ambiente».

Guarda sottolinea come esistano opzioni più efficienti e sostenibili: «La ricarica controllata delle falde, il miglioramento dei sistemi di irrigazione, il potenziamento delle infrastrutture esistenti e pratiche di conservazione dell'acqua rappresentano soluzioni meno costose e più rapide». Per il gruppo dei Verdi, la priorità deve essere affrontare la crisi idrica senza compromettere la sicurezza ambientale e pubblica.

«Perché non valutare seriamente queste alternative?», conclude Guarda, ribadendo l'impegno del suo gruppo a favore di una gestione sostenibile delle risorse idriche.

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