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Industria
29.01.2025 - 13:50
Foto di repertorio
Fumata nera nell’incontro tra i rappresentanti sindacali e la direzione del Gruppo Lafert, che si è svolto ieri nella sede di Confindustria Veneto Est a Marghera. I sindacati hanno bocciato il piano industriale presentato dall'azienda, che prevede la chiusura dello stabilimento di Fusignano e il licenziamento di 60 dipendenti. Il piano è stato giudicato insoddisfacente, in quanto mancano dettagli concreti su voci chiave come fatturato e riduzione dei costi, che al momento sono presentate solo come "titoli".
Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil e la Rsu del gruppo Lafert hanno chiesto il ritiro immediato della procedura di licenziamento collettivo e hanno sottolineato l’urgenza di un confronto serio per invertire le basi del piano, passando da un approccio centrato sui tagli alla persona, "anche brutali sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori di Fusignano", a uno che si concentri sugli investimenti e sul miglioramento del prodotto. L’obiettivo è garantire la salvaguardia di tutti e quattro gli stabilimenti, quelli di San Donà di Piave, Noventa di Piave, Bologna e Fusignano.
Il piano industriale di Lafert prevede un 2024 particolarmente negativo, con un calo del fatturato di oltre il 25% rispetto ai due anni precedenti. L'azienda ha presentato anche previsioni di risultati operativi e netti significativamente negativi. Tuttavia, i sindacati hanno evidenziato che questi dati non erano stati comunicati in precedenti incontri nel 2024. Nonostante le difficoltà economiche, il piano è stato bocciato dai sindacati, che chiedono più trasparenza e un approccio orientato alla crescita e al miglioramento delle condizioni lavorative.
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