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Marghera, Lafert, scontro sul piano industriale: sindacati respingono la proposta di chiusura

La delegazione sindacale ha bocciato il piano che prevede la chiusura dello stabilimento di Fusignano

Sciopero dei lavoratori di Ecoambiente Srl il 29 novembre

Foto di repertorio

Fumata nera nell’incontro tra i rappresentanti sindacali e la direzione del Gruppo Lafert, che si è svolto ieri nella sede di Confindustria Veneto Est a Marghera. I sindacati hanno bocciato il piano industriale presentato dall'azienda, che prevede la chiusura dello stabilimento di Fusignano e il licenziamento di 60 dipendenti. Il piano è stato giudicato insoddisfacente, in quanto mancano dettagli concreti su voci chiave come fatturato e riduzione dei costi, che al momento sono presentate solo come "titoli".

Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil e la Rsu del gruppo Lafert hanno chiesto il ritiro immediato della procedura di licenziamento collettivo e hanno sottolineato l’urgenza di un confronto serio per invertire le basi del piano, passando da un approccio centrato sui tagli alla persona, "anche brutali sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori di Fusignano", a uno che si concentri sugli investimenti e sul miglioramento del prodotto. L’obiettivo è garantire la salvaguardia di tutti e quattro gli stabilimenti, quelli di San Donà di Piave, Noventa di Piave, Bologna e Fusignano.

Il piano industriale di Lafert prevede un 2024 particolarmente negativo, con un calo del fatturato di oltre il 25% rispetto ai due anni precedenti. L'azienda ha presentato anche previsioni di risultati operativi e netti significativamente negativi. Tuttavia, i sindacati hanno evidenziato che questi dati non erano stati comunicati in precedenti incontri nel 2024. Nonostante le difficoltà economiche, il piano è stato bocciato dai sindacati, che chiedono più trasparenza e un approccio orientato alla crescita e al miglioramento delle condizioni lavorative.

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