Un archivio di informazioni digitali e interventi creativi che mette insieme scienza, arte e cittadinanza.
Acqua alta. Grazie ai dispositivi tecnologici è possibile tornare a quei momenti e scoprirne le tracce digitali Il progetto cafoscarino AquaGranda giunge alla sua terza edizione Il 12 novembre di quattro anni fa Venezia è stata sommersa da 187 cm di acqua. Una marea eccezionale e disastrosa che ha messo a dura prova il delicato e precario equilibrio tra laguna, città e comunità. Grazie alla memoria dei dispositivi tecnologici è possibile tornare a quei momenti e scoprirne le tracce digitali lasciate dalla comunità, come fotografie, video, chat, audio e messaggi scambiati durante l'evento. è proprio questo il nucleo del progetto AquaGranda, pensato come una memoria collettiva digitale, un archivio di informazioni digitali e interventi creativi che mette insieme scienza, arte e cittadinanza. Collettori di questa attività sono Ca’ Foscari e il Distretto veneziano di ricerca e innovazione (DVRI), nell’ambito di di Odycceus, un progetto di ricerca europeo. “AquaGranda non è solo un archivio ma anche una memoria attiva della comunità veneziana. E’ un progetto in continua evoluzione che intende coinvolgere sempre di più la cittadinanza in una discussione sul rapporto fra la città, la laguna e le maree, guardando al futuro – racconta il professor Massimo Warglien, direttore scientifico del progetto –AquaGranda sin dall’inizio del progetto ha visto nella collaborazione con artiste e artisti un veicolo per avvicinare la riflessione scientifica a un’esperienza emotiva condivisa. E’ un progetto di citizen science innovativo, premiato anche dalla Comunità Europea, che vuole crescere anche aprendosi a una dimensione internazionale”. Alla sua terza edizione, che avrà luogo tra il 12 novembre e il 12 dicembre, AquaGranda si strutturerà attorno a una serie di incontri e dialoghi sulle maree: testimonianze dirette, materiali testuali, visivi, sonori e multimediali riguardanti avvenimenti climatici recenti e attraverserà la città grazie ad una mostra in movimento allestita in un vaporetto ACTV di linea, curata dagli artisti Giulia Bruno, Armin Linke e Lorenzo Mason. Il team di AquaGranda ha lavorato insieme al collettivo artistico per trovare dei materiali tecnici che, data la loro natura riservata e operativa, erano rimasti finora invisibili al pubblico e custoditi dalle istituzioni e organizzazioni locali che hanno operato per soccorrere la popolazione, mitigare gli effetti dell’evento e rendere nuovamente vivibile la città e la laguna di Venezia. Il vaporetto ACTV di linea, che ospita la mostra, si fa portavoce di queste testimonianze, entrando nel quotidiano della vita lagunare e andando a irrorare un ricordo ancora vivo nella comunità veneziana. Una marea di idee e iniziative Gli eventi di AquaGranda non si fermano solo alla mostra itinerante. Tra gli appuntamenti un evento online ospitato da Niche, The New Institute Centre for Environmental Humanities di Ca’ Foscari dal titolo ‘Rooted in Water’ insieme al collettivo creatore dell’opera Stratigrafie Operative, al team di AquaGranda e a una serie di esperti ed esperte sul tema, verrà esplorato l’uso della fotografia operativa annotata come forma di ricerca partecipativa, finalizzata alla documentazione e all’attivazione della memoria. In un altro appuntamento si darà voce ai migranti climatici con un happening organizzato presso la sede di Emergency, mentre alla Serra dei Giardini i ricercatori del CNR ISMAR e IUAV parleranno del MOSE e dei futuri scenari per l'ecosistema lagunare. Il progetto approderà infine anche in terraferma al Museo M9, dove il regista Giovanni Pellegrini presenterà una proiezione speciale del film 'Lagunaria', un viaggio tra passato e futuro di Venezia.
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