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Vendita di Palazzo Labia, Speranzon e De Carlo di FdI: "nessuno vuole penalizzare la redazione della Rai del Veneto"

I due esponenti di Fratelli d'Italia rimarcano che in caso di vendita del Palazzo, andrà garantita a Venezia la permanenza in città della redazione Rai

Raffaele Speranzon
Sul progetto di vendita di Palazzo Labia a Venezia, palazzo storico e sede della Rai del Veneto sono intervenuti anche i senatori di Fratelli d'Italia Raffaele Speranzon, veneziano e componente della commissione di vigilanza Rai, e Luca De Carlo, coordinatore regionale del partito di Giorgia Meloni. “Nessuno vuole indebolire Venezia - dichiarano - nessuno vuole penalizzare la redazione della Rai del Veneto: se la Rai decidesse effettivamente di cedere Palazzo Labia, l'obbiettivo sarà quello di restituire alla città più bella del mondo un immenso patrimonio storico e artistico del quale fino ad oggi pochissimi han potuto godere”. E inoltre “Non possiamo che concordare con la volontà del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che, annunciando l'interesse del Ministero ad esercitare il diritto di prelazione in caso di effettiva messa sul mercato dell'immobile, ha assicurato che «la vocazione naturale e culturale di questo sito è quella museale, per aprirne la bellezza al mondo, agli italiani e agli stranieri» con la finalità di restituire «al godimento di tutti lo straordinario patrimonio culturale che Palazzo Labia rappresenta per Venezia e il mondo»”, sottolineano i senatori veneti. “Mi sento di tranquillizzare i giornalisti della Rai Veneto, che hanno la fortuna di lavorare in un posto come Palazzo Labia: qualora si dovesse arrivare realmente alla cessione, Venezia resterà la sede della loro redazione, solo in una struttura diversa. Credo ci si debba concentrare più su quello che la Rai fa, può fare, e fa bene, piuttosto che sulla sede che ospita la redazione”, sottolinea De Carlo. “Naturalmente, se si concretizzasse la vendita del Palazzo, allo stesso tempo andrà garantita a Venezia la permanenza in città della redazione Rai con tutti i suoi giornalisti”, rimarca Speranzon. “Non si tratterebbe di un'operazione di impoverimento e di “privatizzazione” della città, quindi, ma della pubblica fruibilità di un palazzo da tutti definito come uno scrigno di meraviglie artistiche e – allo stesso tempo - della difesa del diritto di informazione e del lavoro dei giornalisti della Rai del Veneto”. Riccardo Musacco
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