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Prosegue il progetto "A scuola di legalità" della Polizia Locale di Venezia presso il Giulio Cesare di Mestre

I ragazzi dell'istituto mestrino hanno visitato la centrale della Polizia Locale del Tronchetto, presenti le assessore Pesce e Besio

La Polizia Locale di Venezia prosegue con l'iniziativa “A scuola di legalità” presso l’Istituto comprensivo di via Cappuccina “Caio Giulio Cesare” a Mestre, promosso dagli Assessorati comunali alla Sicurezza e alle Politiche educative, in collaborazione per l'appunto con il Comando della Polizia Locale. Il progetto è rivolto agli studenti delle classi terze medie. La finalità è di accompagnare i ragazzi in un percorso formativo che li renda responsabili nelle proprie scelte di vita futura, anche attraverso la conoscenza del ruolo della Polizia locale quale punto di riferimento per i cittadini sul territorio e verrà proposto in futuro anche agli alunni di altri istituti del territorio. Il progetto prevede 3 fasi, raccolta delle informazioni dagli alunni sulla loro percezione del senso della legalità e il rispetto delle regole, poi l’incontro con gli agenti, la visita guidata alla sede della Polizia locale al Tronchetto. Dopo le lezioni teoriche e pratiche della scorsa settimana, con anche l'incontro con il cane antidroga Coco, i ragazzi hanno visitato la sede del Comando generale all’isola del Tronchetto con la Centrale operativa di videosorveglianza, le aule per la formazione, l'area di contenimento, la palestra e il laboratorio forense, accompagnati dagli assessori alla Sicurezza e alle Politiche educative, rispettivamente Elisabetta Pesce e Laura Besio, dal responsabile del Gabinetto del comandante e Affari generali, Gianfranco Zarantonello, e da altri agenti della Polizia locale. “Per i ragazzi si tratta di un momento molto significativo – hanno spiegato gli assessori Pesce e Besio – perché, con l’aiuto degli agenti, hanno avuto modo di conoscere da vicino il lavoro della Polizia locale. In particolare hanno visto come funziona il complesso sistema di telecamere di sicurezza della città, delle segnalazioni e degli interventi. Hanno potuto conoscere le strumentazioni che vengono utilizzate per analizzare, ad esempio, il contenuto di uno smartphone o identificare un documento falso". Riccardo Musacco
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