Le associazioni hanno lanciato la disobbedienza civile distribuendo un passaporto simbolico anziché il ticket richiesto dal Comune
ARCI Veneto si schiera compatta contro il Contributo d'accesso a Venezia che scatterà il 25 aprile e aderisce attivamente alla disobbedienza civile distribuendo un "passaporto" simbolico anziché il ticket richiesto dal Comune di Venezia. Oltre venti associazioni, infatti, tra cui i Circoli ARCI di Venezia, esprimono forti critiche nei confronti di questa misura, evidenziando profili di dubbia legittimità costituzionale, inefficacia nel contenimento del turismo di massa e disparità di trattamento tra diverse categorie di visitatori. In particolare, si fa riferimento all'articolo 16 della Costituzione italiana e all'articolo 45 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea, che garantiscono il diritto di circolazione e soggiorno libero su tutto il territorio nazionale e all'interno degli Stati membri. Il Circolo ARCI Veneto critica il fatto che il contributo di accesso non limiti in alcun modo i flussi turistici, consentendo l'ingresso indiscriminato a chiunque paghi o si iscriva, senza considerare le previsioni di affluenza giornaliera. Si evidenzia inoltre la mancanza di restrizioni durante la sera e la notte, che comporta disturbo ai residenti da parte dei partecipanti alla movida notturna. Il sistema di esenzioni, poi, secondo ARCI, risulta eccessivamente complesso e farraginoso, con oltre duecento categorie di persone esentate che devono comunque registrarsi, rendendo l'intero processo burocratico un ostacolo per cittadini e visitatori. Infine, si solleva la preoccupazione che questa misura possa creare un pericoloso precedente per altre città d'arte interessate a introdurre misure simili. "La misura in questione aggrava ulteriormente il fenomeno della gentrificazione. Le città diventano sempre meno abitabili per i residenti e sempre più orientate verso il turismo di massa - commenta Elena Gastaldello, presidente Arci Veneto - Il ticket non imporrà limiti agli accessi turistici a Venezia, poiché non è stato stabilito un numero massimo di visitatori, ma trasformerà ulteriormente la città in un parco divertimenti. Questa misura non è accompagnata da politiche concrete per lo sviluppo urbano, il contenimento degli affitti e la facilità nel trovare alloggi. Ciò aumenterà il fenomeno dello spopolamento anche tra i residenti, poiché, anche se non comporta un costo diretto per i cittadini, rappresenta comunque un ulteriore impegno nella vita quotidiana". Riccardo Musacco
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