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14.06.2024 - 16:07
L’agricoltura nell’area di Cavarzere e Cona? Vira decisamente sulle produzioni biologiche. C’è però, a causa del maltempo che si è verificato nelle ultime settimane, per questa stagione il rischio di un crollo delle produzioni delle colture di mais, soia e frumento.
Stefano Tromboni, presidente di Confagricoltura Venezia e da sempre di casa a Cona e Cavarzere aree che conosce molto bene, denuncia il rischio.
“Le forti piogge delle ultime settimane –osserva - rischiano di generare dei crolli di produzione di oltre il 30%. Per i seminativi si è trattato di un periodo certamente non buono. Dovrebbero aver minori problemi invece le colture delle barbabietole che potrebbero rappresentare in questa situazione una valida alternativa. In difficoltà con il tempo sarà soprattutto il mais per non parlare delle colture della soia”.
Resta invece da capire per Confagricoltura la resa del frumento che, con le basse temperature anche di marzo, non avrebbe dovuto aver registrato dei grossi problemi. Nell’area di Cavarzere e Cona l’agricoltura rappresenta un settore importante per l’economia locale che, negli ultimi anni, ha virato decisamente verso il biologico e sostenibile.
“Qui- sottolinea Tromboni – ci sono circa 1000 aziende agricole complessive di cui un 50% a Cona e l’altro 50% a Cavarzere. Sono aziende a conduzione famigliare ma altre hanno anche diversi dipendenti. A Cona ci sono aziende con una estensione più grande e c’è il settore del vino con la presenza della cantina sociale”.
“La caratteristica delle produzioni – prosegue – è che si punta molto su quelle biologiche ed ecosostenibili”. Ci sono ad esempio 180 ettari destinate a produzioni biologiche nel campo della viticoltura”.
Ma cosa si produce in termini di vino? “La richiesta del mercato – aggiunge - è sempre più legata alla produzione di bianchi. Nella nostra zona si produce per il 60% prosecco, il 30% Pinot grigio e il rimanente 10% si divide fra Chardonnay e vini rossi. Il mercato, rispetto a qualche decennio fa, è completamente cambiato e il vino delle nostre parti e quello italiano nel mondo primeggia, anche se la richiesta di vini rossi è calata vistosamente. Tiene solo nel mercato interno ma all’estero di fatto si chiedono nella stragrande maggioranza dei casi vini bianchi”.
“Una conversione poi verso il biologico – conclude Tromboni – fa delle nostre aree delle vere apripista in Veneto ed in Italia”.
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